Il conflitto tra Ucraina e Russia ha portato sotto i riflettori la questione del Donbass, la regione orientale dell’Ucraina dove la Russia ha riconosciuto le repubbliche separatiste di Luhansk e Donetsk. Stiamo parlando di uno degli epicentri minerari del mondo, con centinaia di estrazioni attive e inattive. Una catastrofe ecologica in slow motion, come viene definita su Editorialedomani.it, in grado di contaminare acqua e suolo.
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La polveriera del Donbass
Secondo un report della Banca mondiale, in Donbass ci sono 900 siti industriali, 40 fabbriche metallurgiche, 177 siti chimici ad alto rischio, 113 siti che usano materiali radioattivi. E ancora: 248 miniere, 1.230 chilometri di tubature che trasportano gas, petrolio e ammoniaca, 10 miliardi di tonnellate di rifiuti industriali. Una vera e propria polveriera che l’invasione russa rischia di far detonare.
Già prima della guerra il ministero ucraino dell’Ecologia e delle risorse naturali aveva contato 4.240 punti di pericolo ambientale, tra perdite di metano, rischi di radiazioni, stabilità idrodinamica del suolo, dispersioni chimiche.
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Il problema delle miniere di carbone
A destare grande preoccupazione sono le vecchie miniere di carbone. Quando si chiude un’estrazione non la si può solo abbandonare, ma bisogna pompare continuamente fuori l’acqua. Questo per evitare che i bacini idrici vengano contaminati da metalli pesanti come piombo, mercurio, arsenico.
Le miniere invece sono state lasciate al loro destino, si sono allagate e stanno inquinando l’acqua usata per bere e irrigare. L’Istituto nazionale di studi strategici dell’Ucraina ha parlato della contaminazione chimica come di una minaccia imminente per almeno 300mila persone. Queste non avrebbero più accesso a una fonte affidabile di acqua potabile. L’incidenza di infezioni gastrointestinali nei bambini è infatti decine di volte più alta che nel resto del paese.
Il pericolo nucleare
A far paura sono anche le centrali nucleari: metà dell’energia elettrica usata dagli ucraini arriva da quindici reattori nucleari. Uno dei timori più grandi dell’invasione russa è che un’esplosione possa verificarsi in uno dei reattori. In tempo di guerra questo pericolo è molto più di una semplice ipotesi.
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