Pane e Covid19: un binomio bizzarro, si potrebbe pensare. Eppure un qualche collegamento tra cibo e pandemia esisterebbe, soprattutto allo scopo di rafforzare il sistema immunitario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha consigliato alle persone di dare la priorità alla propria salute e di concentrarsi su diete sane rimanendo a casa. Si è chiesto alle persone di optare per alimenti freschi anziché prodotti trasformati e di scegliere opzioni come frutta, verdura, riso integrale, pasta, noci, uova, latte e altro ancora.
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Un articolo della BBC, come riporta Mashed.com, ha avanzato l’ipotesi di utilizzare integratori vitaminici per migliorare le difese contro il virus. Esso ha affermato anche che gli integratori non aiutano molto a meno che non si stia seguendo una dieta molto restrittiva.
Pane e Covid19, ecco il collegamento
Ora invece uno studio che è apparso sul British Medical Journal Nutrition, Prevention & Health ha rivelato collegamenti sorprendenti tra alcuni prodotti alimentari come il pane e Covid19.
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Lo studio ha avuto luogo a Città del Messico e ha incluso 236 pazienti che avevano o sospettavano di essere stati infettati dal virus. I loro sintomi sono stati analizzati e sono stati presi in considerazione fattori come le abitudini alimentari quotidiane e i dati demografici. Questo prima che i pazienti ricevessero una diagnosi. 103 di loro sono risultati positivi. Ma che cosa è emerso dallo studio? Che coloro che consumavano regolarmente alimenti come legumi, pane e cereali presentavano sintomi non così gravi rispetto ai loro coetanei.
La spiegazione dello studio
Secondo i ricercatori, i risultati sono stati significativi e potrebbero offrire “un quadro per la progettazione di una dieta protettiva durante la pandemia di Covid19″, consentendo al contempo agli esperti di considerare “un intervento basato sulla dieta” durante il trattamento di pazienti affetti da Covid19. I ricercatori hanno anche notato che studi in passato hanno già rivelato che “le diete ricche di fibre, carboidrati e sostanze nutritive possono ridurre il rischio di infezioni respiratorie, come il comune raffreddore e la polmonite, e anche ridurne la durata”.
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