L’online è il nemico numero uno del negozio di quartiere? Sbagliato. Esiste un commercio online che mette in contatto le persone ed è la sfida di questa giovane realtà imprenditoriale.
Ancor prima dell’arrivo drammatico della pandemia, che ha distrutto alcuni equilibri e ha danneggiato l’economia mondiale affossando comparti come ristorazione e turismo, il commercio locale stava già vivendo un momento di cambiamento e di transizione, dovuto al potere sempre più accentuato di realtà di e-commerce come Amazon. C’era bisogno di cambiare pelle, di adattarsi ai tempi senza subire passivamente la trasformazione: il Covid, i lockdown e tutto quello che ne è conseguito ha reso questo passaggio ancora più urgente.
Esiste in Italia una realtà imprenditoriale nata a Pesaro, nel 2012, che si sviluppa proprio su questo assunto: l’applicazione Xtribe si basa su un
geomarketplace che permette a punti vendita, professionisti e privati di vendere i loro prodotti e servizi. Gli utenti iscritti, a loro volta, possono vendere i loro prodotti oppure utilizzare il baratto come forma di acquisto,
facendo affari con le persone che sono nelle loro vicinanze.
Abbiamo chiesto a Mattia Sistigu ed Enrico Dal Monte, co-fondatori di Xtribe, di spiegarci nel dettaglio come è nato e come funziona il loro business e soprattutto come potrebbe essere utile agli utenti oggi, nel momento storico che stiamo vivendo.
R: Raccontateci la realtà di Xtribe, come è nata e come si è evoluta
Sembra strano ma Xtribe è nata da una scommessa fra amici, con Enrico Dal Monte ci siamo chiesti, “come possiamo far sì che le persone comprino, vendano, scambino o noleggino oggetti o servizi nella maniera più rapida ed economica, eliminando inutili costi e tempi aggiuntivi legati agli intermediari, come possono esserlo i corrieri?”
La risposta è stata più semplice del previsto: per farlo, bisognava sfruttare le potenzialità del sistema di geolocalizzazione tipico degli Smartphone di ultima generazione. In questo modo ogni utente, che desidera vendere un oggetto o un servizio può renderli disponibili sulla app in qualsiasi momento e mettersi in contatto immediatamente con potenziali “acquirenti a chilometri zero”.
Così con Enrico ci siamo divisi i compiti, io la parte operativa, lui le risorse economiche. L’obiettivo era quello di far scendere le persone nelle strade del quartiere e metterle in contatto per chiacchierare, bere un caffè e nel frattempo fare anche affari, abbandonando le dinamiche tipiche dell’e-commerce. Nel commercio online, infatti, acquirente e venditore sono separati da un muro, a migliaia di chilometri di distanza, e non hanno alcun tipo di scambio; con Xtribe invece si scopre che l’oggetto del desiderio o anche semplicemente quello che ci serve in un certo momento, non si trova Oltreoceano, bensì nel piccolo negozio sotto casa. Il nostro obiettivo era ridare valore alle relazioni umane incentivando il commercio nei negozi di quartiere e, a distanza di quasi 10 anni, possiamo affermare con certezza che ci siamo riusciti.
R: Oggi se ne parla molto, ma cosa vi ha spinto a puntare sui “negozi di prossimità” già nel 2012?
Perché fin dall’inizio, fin dal principio, abbiamo compreso che il digitale potesse essere di aiuto al mondo del retail ma non necessariamente con l’e-commerce o con i marketplace generalisti che sfruttano il negoziante ed infatti ormai si pensano come nemici del negozio fisico.
Chi ha un negozio o un’attività deve sfruttare di più internet per il Local Marketing facendosi trovare online negli smartphone di tutti i clienti che si trovano nella loro città, nella loro zona, per farsi conoscere e promuovere la propria attività, i propri prodotti e servizi, riportando il negozio fisico al centro di tutto. Con Xtribe infatti facciamo proprio questo, si portano clienti in carne ed ossa all’interno del negozio.
R: Xtribe è utile per le realtà commerciali ma funziona anche come una sorta di ebay (o di subito.it) dove si vende e si baratta tra privati: quali delle due realtà in questo momento è predominante?
Sì possiamo dire che sotto questo punto di vista Xtribe, più di altre, è davvero completa.
Puoi fare affari con i negozianti con i professionisti e con i privati. Si può vendere e comprare prodotti nuovi e usati e servizi, anche i professionisti possono vendere servizi in maniera sia Free che Store. Si può barattare e noleggiare. Questo specifico aspetto può sembrare secondario ma non lo è: fin dall’inizio della nostra attività infatti si è accesa in noi un’altra lampadina, quella di proporre anche questi due metodi di scambio alternativi come il baratto e il noleggio. Li abbiamo inseriti come opzione su Xtribe fin dal principio perché siamo convinti che essi possano avere un risvolto positivo in termini di economia circolare, per l’ambiente evitando gli sprechi, una tematica a noi molto cara. E per rispondere più concretamente alla domanda possiamo dire che no, non c’è una vera propria realtà predominante: Xtribe è davvero versatile e questa caratteristica è da sfruttare sempre.
R: In questo particolare momento storico Xtribe può proporsi come un aiuto pratico per la ripartenza del commercio local, di fronte allo strapotere dell’e-commerce di Amazon?
Certo, come dicevamo proprio all’inizio di questa intervista chi ha un negozio o un’attività fisica dovrebbe sfruttare internet per il Local Marketing facendosi trovare online negli smartphone di tutti i clienti che si trovano nella loro città, nella loro zona.
Anche perché il problema di tutti questi marketplace è che non sono vicini alle esigenze dei commercianti ma agiscono per il proprio tornaconto.
Chi ha o ha avuto un profilo su queste piattaforme lo sa bene, bisogna pagare commissioni sul venduto, essere disponibile sempre e comunque ai resi, ci sono problemi legati al recesso, si hanno costi relativi alla logistica, al customer care o alle spedizioni solo per elencare alcune delle problematiche che giornalmente si affrontano, le più banali.
Queste che abbiamo sottolineato, anche se solo come esempio, fanno comprendere bene che son tutte operazioni che un negoziante fa fatica ad attuare, richiedono infatti molto impegno, sia di tempo che economico.
I negozianti invece dovrebbero puntare sui motivi che spingono i clienti a preferire un negozio fisico per concludere i propri acquisti e spingere su quelli, soprattutto online.
Del resto questi motivi sono chiari e sotto gli occhi di tutti, cogliamo l’occasione per evidenziarne alcuni, anche per far capire quanto, anche se siamo nell’era di internet, il negozio fisico ha potenzialità da sfruttare:
– l’esperienza del commerciante stesso.
– comprando in negozio non ci sono spese di spedizione da pagare
– non si attendono tempi di consegna
– si ha un’esperienza più diretta con il prodotto
– l’eventualità di restituzione di quello che si è acquistato è ridotta a zero così anche per l’acquirente si riduce a zero lo stress da mancato acquisto.
Possiamo quindi concludere con questo assunto finale, che riassume la filosofia di questa ambiziosa applicazione, che oggi ha 15 dipendenti e sedi a Milano, Londra e New York: “Con Xtribe la potenza del Web è al servizio del negoziante e non viceversa”