E’ stata presentata nel giorno della festa della donna la quarta edizione di Innovazione Sostantivo Femminile, il bando regionale che sostiene, con un milione e mezzo di fondi europei, lo sviluppo di idee e progetti imprenditoriali innovativi al femminile.
Possono partecipare al bando le libere professioniste e micro, piccole e medie imprese, a patto che il titolare sia una donna e le quote siano per almeno 2/3 in possesso di donne, che devono anche rappresentare i 2/3 dell’organo di amministrazione. Avranno accesso al bando anche le imprese che devono formarsi, a patto che lo facciano entro breve termine dopo aver ricevuto il finanziamento.
I progetti che verranno finanziati dovranno promuovere l’adozione di soluzioni, prodotti e servizi per fare innovazione nei campi: efficienza dei processi produttivi, tipologia dei prodotti, marketing e comunicazione, performance ambientali aziendali e livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, responsabilita’ sociale dell’impresa.
Il bando deve essere ancora pubblicato: uscirà ad aprile ma già sappiamo che il contributo concesso sarà pari al 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 30.000 euro per ogni progetto.
Rispetto agli scorsi anni ci sono delle novità: una quota delle risorse – 300.000 euro – è riservata alle imprese localizzate nei territori individuati come aree di crisi industriale complessa. Un’altra riserva prevede l’assegnazione di 600.000 euro a progetti localizzati in una delle quattro Province di: Rieti, Latina, Viterbo, Frosinone (150.000 euro ciascuna).
L’iniziativa è stata presentata al WeGil di Trastevere dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Gian Paolo Manzella e all’assessore regionale alle Pari Opportunità Lorenza Bonaccorsi. Manzella ha così commentato: “(…) L’Italia è ancora indietro rispetto all’Europa su questo punto ed è anche responsabilità delle Regioni colmare il gap che abbiamo. Dobbiamo sostenere le donne che vogliono fare impresa, promuovere tra di loro l’innovazione e aiutare il loro accesso alle facoltà scientifiche, creare delle ‘ambasciatrici’ che aiutino le nostre ragazze a guardare al mondo dell’impresa. C’è un lavoro ‘culturale’ da fare, insomma, ed è una bella sfida che sono certo porterà ad un salto in avanti: nell’economia e nella società”