Era il 2007 quando il dottor Antonello Forgione, chirurgo all’ospedale Niguarda di Milano specializzato in chirurgia generale e oncologia mininvasiva, iniziava ad operare pazienti usando una tecnica innovativa, che permetteva di minimizzare tagli e cicatrici per gli interventi chirurgici addominali.
Nel 2012 questa tecnologia ha un nome, “MILANO” (acronimo di Minimal invasive light automatic natural orifice) ed è alla base di ValueBiotech, una start up innovativa che Forgione ha fondato insieme a due ingegneri meccanici, Louis Jauvtis e Renzo Zaltieri, e ad Avi Aliman, imprenditore israeliano che è il primo investitore.
A finanziare il progetto con 1,1 milioni di euro è lo stato israeliano, che punta molto sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo. Valuetech ha anche partecipato al programma di Unicredit StartLab, ricevendo un altro mini investimento da 10mila euro e supporto in termini di formazione e di mentoring, ed è stato supportato da un gruppo di investitori privati composto da giapponesi, cinesi ed italiani.
In Italia però ValueBiotech, nonostante MILANO sia stato premiato con il riconoscimento Leonardo start-up, non ha ricevuto finanziamenti: nel 2017, dopo aver registrato tre brevetti ed aver completato il primo prototipo da laboratorio, la start up si è trasferita in Israele, che rimane l’investitore pubblico più generoso.
Un’occasione persa per il nostro paese, che per l’ennesima volta vede “volare” via una delle sue eccellenze.