È il paradosso del riciclo: la domanda di plastica riciclata per imballaggi corre a una velocità tale che entro il 2030 a livello globale la domanda supererà l’offerta: il mese di gennaio 2024 si è chiuso, infatti, registrando – rispetto al mese di gennaio 2023 – una forte richiesta di materie plastiche riciclate pari a un incremento del 23%. È quanto emerge dai dati di PlasticFinder®, il marketplace nato in Italia, che fornisce materie plastiche e servizi digitali per lo sviluppo della seconda vita dei materiali plastici, consentendo l’implementazione dell’economia circolare.
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“Di fronte alla domanda crescente serve sempre maggiore trasparenza – spiega Stefano Chiaramondia, presidente esecutivo di PlasticFinder S.r.l.- Oltre a facilitare la compravendita di materie plastiche vergini e riciclate con una tecnologia che garantisce affidabilità, qualità, compliance alle norme europee (End of Waste, REACH, tracciabilità), il portale offre strumenti per la garanzia di autenticità e qualità dei materiali plastici riciclati. Partecipando al programma tecnologico Certified Recycled Plastic® e utilizzando la tecnologia blockchain, assicuriamo che le informazioni sui prodotti siano trascritte in modo immutabile e sempre verificabili. I venditori possono dimostrare che i loro prodotti rispettano gli elevati standard dell’UE, mentre gli acquirenti possono fidarsi della qualità e dell’origine del materiale acquistato. Inoltre, il codice QR fornito ad ogni acquisto permette un facile accesso a tutte le informazioni del prodotto, aumentando la trasparenza e aiutando nella lotta contro il greenwashing”.
Greenwashing e riciclo, quale rapporto
Che il greenwashing sia “il problema” che tocca l’intera filiera della plastica (dal riciclatore al converter, dal consumatore al brand owner, fino all’autorità pubblica) è confermato dalla recentissima approvazione (lo scorso gennaio) a larghissima maggioranza da parte del Parlamento Europeo della Direttiva EU contro il greenwashing e le informazioni ingannevoli.
“Nonostante la crescente attenzione alla sostenibilità – continua Stefano Chiaramondia – esiste una carenza, a livello mondiale, di materie plastiche di qualità e riciclate secondo le normative. Sono prevedibili un consistente aumento dei prezzi e una complessità legata alla distribuzione, che finora non ha operato in modo significativo nel mercato dei riciclati proprio per la disomogeneità dei prodotti e la frammentazione dei produttori. A livello normativo si sono fatti (e si stanno facendo) passi in avanti verso un futuro più sostenibile e questo è sicuramente un aspetto positivo, ma la strada che conduce a un mondo green è ancora molto lunga”.
Sotto questo aspetto l’Unione europea ha elaborato il regolamento REACH (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) per tutelare la salute e valutare e ridurre i pericoli che derivano dalle sostanze chimiche: spetta all’industria la responsabilità di gestirne i rischi e di fornire informazioni sulla sicurezza delle sostanze che produce, utilizza o immette sul mercato. Chi non rispetta questi obblighi può incorrere in sanzioni penali e pecuniarie (da 2 mila a 90 mila euro) ed essere interdetto dai pubblici uffici o da una professione.
“La legge – aggiunge Stefano Chiaramondia – è molto chiara e le pene sono, giustamente, molto severe. PlasticFinder risponde a questo bisogno, essendosi dotata delle autorizzazioni REACH necessarie per immettere sul mercato europeo i principali polimeri (specificamente PET e PE), su cui si concentrerà la domanda nei prossimi anni. L’obiettivo è ridurre la richiesta di materiale vergine, dare nuova vita ai materiali plastici e garantire sicurezza e legalità. Su questi aspetti c’è molto da fare. Sulla piattaforma sono state scambiate oltre 5.500 tonnella nel 2023, di cui il 70% di prodotti riciclati conformi alle normative. Il modello di business innovativo di PlasticFinder® mira a creare un ecosistema perfetto per una gestione della plastica sempre più conforme alle leggi e sostenibile”.