Le foto postate sui social dalla NOAA Ocean Exploration di orme in fondo al mare hanno scatenato le ipotesi più diverse e fantasiose
Trovate delle orme in fondo al mare. C’è grande curiosità intorno alle foto pubblicate di recente dal National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia federale statunitense che si interessa di oceanografia, meterologia e climatologia. La NOAA ha infatti organizzato una missione esplorativa nell’Atlantico per valutare la salute del fondale. Quel che ha scoperto però ha lasciato tutti di stucco.
LEGGI ANCHE : >> Spiagge libere in Italia cercansi. Il rapporto di Legambiente
Orme in fondo al mare, la scoperta
Pubblicando le foto di quei piccoli buchi che sembrano orme in fondo al mare la NOAA si è interrogata su che cosa effettivamente potessero essere. La squadra inviata, composta da geologi, esperti in Scienze della Terra, oceanografi e biologi marini, si è immersa in diversi punti dell’Oceano Atlantico, armata di strumenti di ogni tipo. A ridosso della dorsale medio-atlantica, il team ha individuato qualcosa di anomalo. Una serie di piccolissimi buchi, come detto, posizionati in maniera lineare. In un primo momento le impronte non erano ben visibili perché i movimenti dell’Oceano ne avevano cancellato una parte. In alcuni tratti però gli esploratori si sono accorti che le orme sembravano recenti e ben più evidenti.
Perché non può trattarsi di impronte umane
Secondo quel che ha affermato il National Oceanic and Atmospheric Administration, inizialmente si è pensato al passaggio di un essere umano. Osservando il fondale intorno alle orme però gli scienziati hanno capito che i movimenti di un essere umano avrebbero lasciato segni molto più evidenti. Ma se non si tratta di un uomo, allora chi è l’autore? Per ora ci sono solo delle ipotesi, e sui social la NOAA ha invitato gli utenti a dire che cosa potrebbero essere secondo loro. La possibilità più concreta al momento è che si tratti di un non identificato animale marino a caccia di cibo.
Questa delle orme in fondo al mare è solo l’ennesima conferma che del nostro pianeta, a pensarci bene, conosciamo ancora così poco. Gli studi ad ogni modo proseguiranno per cercare di vederci più chiaro.
Foto: NOAA Ocean Exploration