Il “sesto senso” esiste, lo conferma la scienza

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è pentito di non aver ascoltato il suo sesto senso o al contrario, si è meravigliato di quanto sia stata precisa la percezione su un certo avvenimento che doveva ancora avvenire.

Siamo nel campo della magia o del soprannaturale? No, la scienza ha confermato già da tempo che il nostro cervello è molto più veloce e reattivo di quanto possiamo immaginare e che un ruolo attivo nel processo è svolto anche dagli ormoni.

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Nel 2015, uno studio condotto alla Scuola Normale Superiore di Parigi affermò che il nostro cervello impiega meno di 200 millisecondi per capire che si trova di fronte una situazione critica e reagire. Ciò significa che non è così strano accorgersi in anticipo di qualcosa che non va e reagire di conseguenza.

Nel 2016 il National Institute of Health ha invece indicato nella proteina Piezo2 la fonte del sesto senso umano: da questa proteina nascerebbe infatti la propriocezione e di conseguenza la possibilità di percepire e riconoscere il proprio corpo nello spazio anche senza l’aiuto della vista.

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L’Università di Granada ha invece effettuato un esperimento su 600 studenti, maschi e femmine, scoprendo così che un maggiore intuito è associato a una minore presenza di testosterone: le donne hanno poi il corpo calloso, quindi la connessione fra emisfero destro ed emisfero sinistro del cervello, di maggiori dimensioni rispetto all’uomo perchè stimolato dagli estrogeni.

lnfine possiamo parlare di interocezione, che nel 2013 è stata battezzata proprio come “sesto senso” da Siegel: si tratta della capacità conscia e inconscia di avvertire tutte le sensazioni (viscerali) del corpo a causa dei movimenti interni fra i tessuti, come battito cardiaco, moti digestivi, temperatura, distensione degli organi cavi, sete, nausea eccetera.

Cosa c’entra la interocezione con l’intuito? Apparentemente nulla, ma è un meccanismo molto imporante per la salvaguardia del benessere fisico e mentale dell’essere umano, tanto che quando viene disturbata o interrotta provoca problemi quali depressione, ansia e disturbi alimentari. Per contro, contribuisce a molti processi psicologici come quello decisionale.