Ci sarebbero oltre 30 civiltà intelligenti nella Via Lattea: lo conferma una stima elaborata dal gruppo dell’Università britannica di Nottingham coordinato da Christopher Conselice.
Lo studio, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal, mette in campo un nuovo approccio, il “Limite Copernicano dell’Astrobiologia“, che utilizza la teoria dell’evoluzione su scala cosmica calcolando il tempo medio necessario alla comparsa di una civiltà simile a quella umana.
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Una teoria interessante, anche se c’è ancora diffidenza da parte di alcuni membri della comunità scientifica. “L’ipotesi è ambiziosa e affascinante, ma non tiene conto di alcuni aspetti. Innanzitutto, l’origine della vita sulla Terra: non sappiamo ancora come e quando sia apparsa esattamente” – ha spiegato all’Ansa, Barbara Cavalazzi, astrobiologa del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.
Via Lattea, le civiltà sarebbero a 17.000 anni luce dalla Terra
Gli esperti stimano che queste civiltà presenti nella Via Lattea si troverebbero in media a 17.000 anni luce dalla Terra. Troppo distanti per comunicare con le nostre attuali apparecchiature tecnologiche.
“Utilizzando come limite che una civiltà intelligente possa essersi sviluppata in circa 5 miliardi di anni, come avvenuto sulla Terra che ha 4,6 miliardi di anni, i nostri calcoli indicano che nella Via Lattea dovrebbero già esserci 36 civiltà attive”, ha spiegato Conselice.
Il team ha considerato anche un altro fattore. Da quanto tempo queste civiltà avanzate hanno le competenze per inviare nello spazio segnali di vita, radio o satellitari? Sempre prendendo come riferimento la civiltà umana, fin grado di trasmettere segnali radio da circa un secolo.
“Inoltre, stimare quanti pianeti del Sistema Solare e della nostra galassia siano abitabili non è così semplice, poiché oltre alle condizioni fisiche e chimiche di sostenibilità e tolleranza per la vita, bisognerebbe conoscere che cosa ha determinato il fiorire della vita. E questo non lo sappiamo, o almeno non ancora. Nel frattempo, l’astrobiologia cercherà risposte al quesito ‘siamo soli nell’universo’ molto più vicino a casa nostra, con le prossime missioni su Marte, Exomars 2022 e Mars2020, e future missioni sulle lune Europa, Encelado e Titano. Questo è sicuramente un momento affascinante e pieno di promesse per la ricerca della vita fuori dal nostro pianeta – ha aggiunto Cavalazzi.