Entro il 2025 più della metà dei lavori attualmente svolti da esseri umani saranno compiuti da macchinari o da robot: è questa la stima, a leggerla così piuttosto inquietante, del World Economic Forum. In realtà, quella che viene definita la “quarta rivoluzione industriale” ha grandi potenzialità in termini di occupazione: si perderanno lavori meno qualificati ma se ne acquisiranno altri, con la creazione di nuove figure e nuove attività.
In 5 anni verranno creati 133 milioni di nuovi posti di lavoro, mentre 75 milioni di mansioni verranno automatizzate: il saldo è positivo, ma sono gli Stati che dovranno investire in formazione, perchè i lavoratori dovranno essere messi nelle condizioni di lavorare con le nuove tecnologie, dalla blockchain all’Intelligenza Artificiale.
Tra i lavori che entro il 2025 verranno svolti dalle macchine, attività di contabilità, incarichi amministrativi, inserimento di dati e manualità: tutte cose che non hanno bisogno della scintilla dell’intelletto umano per essere portate a termine. Le nuove figure che verranno ricercate, secondo il Wef, sono invece principalmente esperti di analisi dati, scienziati, esperti in intelligenza artificiale e manager gestionali, sviluppatori di software e professionisti dei settori vendite e marketing.
Nel settore dei servizi finanziari e negli investimenti si prevede invece una crescente diffusione di robot umanoidi: grazie all’AI e ai big data, saranno in grado di prevedere l’andamento dei mercati e di proporre strategie finanziarie in modo persino più efficace dell’uomo, perchè applicheranno senza margine di errori modelli statistici.
La sfida è già iniziata e non è delle più semplici: il cambiamento sarà materiale ma anche psicologico e il compito delle governance è preparare al meglio le generazioni attuale e quelle future.