Tooteko è un progetto speciale che, attraverso un anello, consente alle mani di ‘vedere’. Sì, proprio così, si tratta di una tecnologia all’avanguardia sviluppata da questa nuova startup veneta nata all’Università di Venezia, fondata nel 2014 e selezionata nel 2016 per un percorso di accelerazione a TIM Working Capital a Bologna.
Ha ottenuto anche un Seal of Excellence, il premio conferito dall’Unione Europea nell’ambito del bando per progetti innovativi Horizon 2020. Grazie a sensori NFC inseriti all’interno di opere tattili, le persone affette da cecità o ipovedenti potranno finalmente apprezzare il patrimonio culturale grazie a un’esperienza plurisensoriale e a informazioni audio descrittive trasmesse tramite smartphone.
Tooteko: come è nata l’idea dell’anello
“Tutto è cominciato nel corso di un master in architettura digitale; avevo ideato un sistema che coniugava stampa 3D e un sistema di sensoristica, il mio relatore di tesi Fabio D’Agnano ha fiutato le potenzialità del progetto e mi ha subito chiesto di avviare una società per svilupparlo insieme” – ha spiegato Serena Ruffato, 31 anni, CEO della startup.
Tooteko punta a rendere accessibile le opere d’arte ai non vedenti. Il progetto ha avuto subito un grandissimo successo: “Ora siamo una agenzia e offriamo prodotti e servizi a 360 gradi per il mercato museale con un occhio sul design for all” – ha aggiunto la Ruffato.
La startup è stata presentata nel 2017 ad Art For the Blind, progetto sperimentale pensato per il Museo dell’Ara Pacis per i non vedenti, e lo scorso 27 luglio l’anello è stato inserito nel Museo Nazionale di Archeologia del Mare di Caorle a Venezia, all’interno di una mostra dedicata alla storia del brick Mercurio, imbarcazione da guerra a due alberi.
Tooteko ha collaborato, però, anche con altri musei: il Museo Archeologico di Massa Marittima, il sito Archeologico di Lu Brandali in Gallura, oltre ad aver partecipato a VIBE-Voyage Inside a Blind Experience, progetto europeo itinerante, tra Siena, Cork e Zagabria.
“La nostra idea è estendere il progetto e scalare i musei più importanti del Mondo; vogliamo che i non vedenti non abbiano un surrogato all’interno del museo, ma che possano accedere alle opere insieme ai loro parenti e amici. Potremmo farlo anche con contenuti video, per non udenti” – ha concluso la Ruffato.