C’è una start up americana che ha stampato in 3D i vasi sanguigni del corpo umano e si dice ottimista sulla possibilità di stampare, entro 5 anni, anche un organo
La salute è uno degli ambiti in cui l’innovazione diventa tangibile e porta ad effetti visibili nella vita di tutti i giorni: per questo molte start up, italiane e straniere, si concentrano proprio in questo settore di attività.
La stampa 3D applicata alla medicina è l’ultimo orizzonte dell’innovazione: e proprio su questo sta lavorando Prellis Biologics, nell’incubatore di San Francisco chiamato MBC Biolabs. Se le protesi d’arto realizzate con la stampa 3D sono già una realtà, gli studiosi della Prellis sono riusciti a ricreare con la stessa tecnica anche i vasi sanguigni umani.
Un risultato che ha dell’incredibile e che ha permesso di annunciare l’arrivo, entro 5 anni, del primo organo umano realizzato con stampante 3D.
La fondatrice della startup Melanie Matheu, ha dichiarato: “Si tratta di una nuova possibilità nell’unione tra ingegneria e medicina”, spiegando anche che i principali problemi, quando si tratta di stampa 3D, riguardano la standardizzazione e il controllo qualità. Questo non le impedisce però di essere molto ottimista sul futuro della sua start up e sulle applicazioni sorpredenti che la stampa 3D può avere nel campo della medicina applicata.
Inutile dire che tipo di ricadute avrebbe, sulla vita di tanti malati cronici, la possibilità di “fabbricare” un organo funzionante per sostituire il proprio danneggiato: si tratta di una speranza importante per il futuro, un futuro che non sembra più così incredibilmente lontano.