Cambiamento climatico, inquinamento e traffico marittimo stanno mettendo in serio pericolo il futuro della specie
Oggi, 21 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale delle Balene. Questa è un’occasione per riflettere sull’importanza di questi maestosi cetacei, considerate le Regine dei Mari. Pensiamo anche alle minacce che affrontano quotidianamente. Le balene, mammiferi marini di grande intelligenza, fanno parte da sempre della storia dell’uomo. Nei secoli, le ha sempre guardate con timore e rispetto. Oggi sappiamo anche che svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, contribuendo alla regolazione del clima globale e alla salute degli oceani.
Le balene nel Mar Mediterraneo
Le nostre amiche balene frequentano molto il Mar Mediterraneo. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel 2022 sono stati effettuati 556 avvistamenti di cetacei nel Mediterraneo durante 40 giornate di monitoraggio. Questo monitoraggio ha coperto oltre 10.000 km e 288 ore di osservazione. Tra questi, 465 erano stenelle striate e 67 tursiopi. Inoltre, ci sono stati 13 incontri con giganti del mare come la balenottera comune e il capodoglio.
Tuttavia, le balene nel Mediterraneo affrontano numerose minacce. Il WWF porta da sempre avanti una battaglia per la loro protezione, elencando i diversi pericoli che corrono. Questi includono l’inquinamento da plastica e il traffico marittimo, specialmente nel Santuario Pelagos. Quest’area è stata istituita da Italia, Francia e Principato di Monaco per salvaguardare i mammiferi marini.
Rischi per la sopravvivenza delle Regine dei Mari
Uno studio pubblicato su Science rivela che il 92% degli habitat delle balene si sovrappone alle rotte di navigazione globale, aumentando il rischio di collisioni. Ridurre la velocità delle navi al di sotto dei 13 nodi potrebbe diminuire significativamente questo rischio.
Resta sempre un problema di estrema rilevanza la caccia alla balene, vietata nel 1986 dalla IWC. Questa è la Commissione internazionale per la caccia alle balene, ma la caccia continua ad essere praticata in diversi paesi. Solo in Giappone, sono circa 18.000 i cetacei uccisi dopo l’introduzione del divieto. Vengono addotte ragioni di carattere culturale legate alla tradizione e di interesse scientifico. Anche la Norvegia e l’Islanda proseguono in questa pratica, opponendosi in modo palese al divieto di caccia commerciale internazionalmente riconosciuto. Alcune popolazioni indigene in Alaska, Siberia, Groenlandia e su un’isola dei Caraibi hanno quote di cattura ufficiali. Queste sono previste per garantire il proprio sostentamento e l’identità culturale.
Cosa possiamo fare per le balene
In occasione di questa giornata, ISPRA e ARPA Sicilia hanno organizzato un evento dedicato al mare. Gli studenti coinvolti nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) parteciperanno. L’obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni sulla tutela dei cetacei e degli ecosistemi marini.
E’ sempre possibile, tramite il WWF, adottare una balena. Questo permette di supportare i progetti del WWF volti a ridurre le minacce come l’inquinamento e il traffico marittimo che provoca collisioni tra balene e navi. Inoltre, aiuta a combattere gli effetti del cambiamento climatico, garantendo la sopravvivenza delle balenottere comuni.