Nei giorni delle feste è corsa al tampone, con code lunghe anche svariate ore in farmacia e nei test drive di tutta Italia. Proprio in farmacia, inoltre, scarseggiano ormai i test rapidi da acquistare che rilevano la presenza di proteine del virus. Rispetto ai test molecolari, con cui condividono le modalità di prelievo, i rapidi hanno dimostrato di non essere del tutto affidabili.
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Anche se eseguiti dal personale della farmacia, per esempio, i tamponi antigenici possono restituire molti falsi negativi. Una percentuale che aumenta quando vengono fatti a casa, senza la professionalità necessaria. L’attendibilità dei tamponi rapidi risulta essere pari al 70% e i motivi sono vari, non ultimo proprio la modalità di esecuzione.
Inoltre, l’antigenico potrebbe non riconoscere la presenza del Coronavirus nei primi giorni di infezione. Ma anche nei successivi, soprattutto nei soggetti asintomatici, l’esito potrebbe essere un falso negativo. Spesso, poi, si ricorre al rapido, ai primi sintomi o solo per precauzione ma la carica virale rilevabile si attesta tra le 48 e le 72 ore dall’infezione. Meglio, dunque, sottoporsi all’antigenico fra i tre e i quattro giorni successivi il possibile contagio.
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A complicare il quadro ci si mettono anche le varianti, la cui rilevabilità all’antigenico è stata messa in discussione anche dalle autorità UE. Se, quindi, il test rapido può essere utile quando eseguito nei tempi e nei modi corretti, in caso di dubbi la scelta migliore resta quella del molecolare.
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