La nuova iniziativa di Legambiente punterà ad un ferreo monitoraggio dei siti di nidificazione delle tartarughe sul territorio mediterraneo
Il nuovo progetto di Legambiente punta a schierare sulle spiagge italiane i Tartawatchers. Si tratta di volontari e operatori impegnati nella salvaguardi delle tartarughe Caretta caretta. Questa è una specie afflitta da diverse minacce, persino durante la fase di nidificazione questi animali si trovano in estrema difficoltà. Il motivo è l’inquinamento dei mari causato dall’uomo, sia di natura acustica che luminosa. Inoltre le uova possono essere distrutte da altre attività umano o finire preda di altri animali.
Durante il periodo di ovodeposizione delle tartarughe, tra fine maggio e agosto, l’associazione ambientalista Cigno Verde inizia a monitorare le spiagge italiane. Da quest’anno però la sorveglianza verrà effettuata con dei droni grazie alla collaborazione con Legambiente e ADPM Drones.
Alla ricerca dei nidi delle tartarughe
L’obbiettivo principale del progetto è quindi la ricerca dei nidi delle tartarughe, in modo da recintare il sito e proteggere le uova dai predatori. Successivamente, nel periodo di schiusura, i cuccioli vengono scortati fino alle acquee. Tali accortezze sono necessarie soprattutto perchè solo un esemplare su mille raggiunge la maturità sessuale, ovvero intorno ai 20 anni.
Si stima che sul territorio mediterraneo ci siano circa 7 mila nidi di tartarughe marine, un numero che è aumentato enormemente negli anni. Questo è dovuto soprattutto al riscaldamento globale, portando alla proliferazione dei nidi nel Mediterraneo occidentale. Infatti lo scorso anno sul territorio italiano sono stati identificati circa 250 nidi concentrati soprattutto in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Toscana.
“È un impegno sempre più accurato, capillare e partecipato quello che vede Legambiente in prima linea nella salvaguardia delle tartarughe marine e della specie Caretta caretta in particolar. Dopo l’importante riconoscimento da parte dei cittadini europei del Life Award 2021al progetto TartaLife, l’attivazione del programma Tartawatchers e l’introduzione del nuovo servizio SOS Tartarughe andranno a rafforzare la fase fondamentale di monitoraggio e tutela dei nidi.”
ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.
Tanti alleati, un unico scopo
L’enorme sforzo richiesto per proteggerle tartarughe richiede molti alleati. Infatti da quest’anno la fondazione potrà contare sull’aiuto dei gestori degli stabilimenti balneari attraverso l’iniziativa “Lidi amici delle tartarughe marine”. L’iniziativa, riconosciuta da Legambiente, permetterà agli stabilimenti di unirsi sotto un unico vessillo di riconoscimento. In tal modo i gestori si impegneranno ad adottare regole “tartafriendly” (come la pulizia manuale delle spiagge) e ad impegnarsi nella sensibilizzazione del pubblico verso questi animali. I lidi inoltre si impegneranno anche nella collaborazione con centri di recupero delle tartarughe sparsi sul territorio.
In più il progetto non si limiterà solo al suolo italiano. Legambiente vuole estendere la missione anche ai paese esteri che si affacciano sul mediterraneo. L’associazione ambientalista è infatti impegnata nella creazione di un network internazionale dei centri di recupero e salvataggio delle tartarughe marine del Mediterraneo. Tale rete avrà l’obbiettivo di curare gli esemplari di tartarughe e di identificare ogni tipo di minaccia possibile, come l’ingestione di plastica e catture accidentali.
Questo è sicuramente un grande passo verso la salvaguardia di questi animali. Dopo tutto è per causa dell’uomo che il surriscaldamento globale ha portato specie esotiche a migrare nei nostri mari. Il cambiamento della fauna ci responsabilizza ancora di più verso la tutale del nostro ambiente. Per cui Legambiente ricorda ai cittadini interessati a dare un aiuto concreto che potranno partecipare alla campagna TartaLove. Si potrò dare un piccolo contributo economico “adottando”. I fondi raccolti serviranno all’associazione per interventi sanitari per le cure delle tartarughe, oltre che per le attività di monitoraggio dei nidi.
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