Oggetto di molti studi, la cannabis avrebbe rivelato in una ricerca recente un beneficio in caso di stati di nausea. A condurre l’indagine è stata l’Università del New Mexico, negli Stati Uniti, che ha analizzato oltre duemila autosomministrazioni. Ognuno degli 886 pazienti osservati, infatti, ha registrato su un’app specifica i cambiamenti notati con l’uso di cannabinoidi. E la comunicazione di ogni sintomo è stata inviata in tempo reale. Ne è emerso che oltre il 96% delle persone che hanno utilizzato cannabis contro la nausea ha notato sollievo entro un’ora dall’assunzione della stessa (greenme.it).
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Tale sollievo, però, è risultato differente a seconda del tipo di prodotto, ovvero fiori e concentrati supererebbero in efficacia le tinture. E ancora, i prodotti identificati come cannabis sativa sarebbero più efficaci rispetto a quelli etichettati come cannabis indica. La ricerca ha, quindi, indagato le differenze tra THC (presente nel consumo “creativo”) e CBD (tipico dell’uso medico). E il primo sarebbe risultato più efficace del secondo. Questo ha sollevato alcune perplessità e preoccupazioni negli stessi ricercatori che hanno sottolineato i rischi del THC a lungo termine. Molti dei quali sono ancora tutti da approfondire.
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Articolo di Paola M. Farina
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