Uno studio inglese ha evidenziato un crollo di alcuni biomarcatori, come quelli del colesterolo, nel sangue di chi segue una dieta vegetariana: ma ci sono anche altri aspetti da tenere presenti
La dieta vegetariana è nel complesso più salutare rispetto a quella onnivora: lo diceva già anni fa Umberto Veronesi ed oggi arrivano delle conferme da alcuni studi condotti dal team dell’Università di Glasgow e presentati all’European Congress on Obesity proprio in questi giorni.
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Per lo studio sono stati esaminate le analisi del sangue di oltre 177mila adulti sani (di età compresa tra 37 e 73 anni) del Regno Unito, divisi fra vegetariani e onnivori: i valori ottenuti andavano ad indagare su 19 biomarcatori del sangue e delle urine correlati a diabete, malattie cardiovascolari, cancro, salute del fegato, ossa, articolazioni e funzionalità renale. I risultati del gruppo dei vegetariani hanno visto valori più bassi (fra gli altri) di colesterolo, totale e LDL, apolipoproteina A (collegata a malattie cardiovascolari), valori legati a infiammazioni del fegato e creatinina.
C’erano però anche altre differenze in negativo, ad esempio i vegetariani hanno riportato livelli più bassi anche di colesterolo “buono”, (HDL), di vitamina D e di calcio, mentre avevano livelli significativamente più alti di grassi (trigliceridi) nel sangue e cistatina-C (proteina che indica lo stato della funzionalità renale).
Con tutte le limitazioni dello studio, evidenziate dallo stesso team di ricerca (i valori sono stati presi una sola volta e possono essere influenzati anche da malattie pregresse o stili di vita), emerge sicuramente uno stato di salute generale più buono dei vegeteriani rispetto ai carnivori e agli onnivori, ma anche la giusta attenzione ad una dieta che deve essere salutare ed equilibrata, al di là delle scelte del singolo.