L’azienda, vista la pandemia da coronavirus, ha deciso di convertire la produzione per realizzare materiale per la sicurezza in ambito privato e lavorativo
Mascherine lavabili da utilizzare nell’emergenza Covid-19: è questo il progetto di Tecnofilati, azienda che crea e lavora filati innovativi. Il marchio, vista la pandemia da coronavirus, ha deciso di convertire la produzione per realizzare materiale per la messa in sicurezza nell’ambito privato e lavorativo.
L’obiettivo è quello di sostenere le imprese locali e nazionali ancora attive realizzando fino a 10mila mascherine al giorno. Soprattutto quei lavoratori che per svolgere la loro attività non possono mantenere la distanza di un metro.
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Tecnofilati opera in differenti settori tra cui medical, chemical, fashion, military e tanti altri. Nell’arco di una settimana ha convertito la filiera, cominciando già a distribuire i primi apparecchi di sicurezza.
Mascherine lavabili a 40 gradi e riutilizzabili fino a 10 volte
Le mascherine lavabili sono realizzate in Resistex Carbon, un filato tecnologico di proprietà del brand. Proprio per la difficoltà di reperirle sono state realizzate affinché fossero riutilizzabili fino a 10 volte dopo un lavaggio a 40 gradi.
Grazie alle proprietà del carbonio e alla sua trama spessorata, la mascherina antistatica e idrorepellente riduce la penetrazione degli agenti esterni, aiutata anche da un secondo strato di tessuto in poliammide che garantisce un’ulteriore barriera.
“Abbiamo deciso di convertire la nostra produzione in tempi rapidi perché la richiesta delle mascherine è elevatissimo e, per il bene del Paese, abbiano pensato di dare il nostro contributo per mettere in sicurezza più persone possibile. Con questo cambiamento riusciremo a creare circa 10mila mascherine al giorno utilizzando i nostri filati tecnologici, dando così la possibilità a coloro che non si sono fermati, di farlo in sicurezza” – ha dichiarato Andrea Abati, founder di Tecnofilati.
L’azienda ha già consegnato le prime mascherine, partendo proprio dalla provincia di Bergamo, tra le più colpite dal Coronavirus.