Si è conclusa la prima tornata, quella che ha portato all’assegnazione delle frequenze più “ghiotte”: dal 2022 l’utilizzo di queste frequenze potrebbe rendere le nostre città e le nostre case veramente “smart”
Si è conclusa la prima tornata di assegnazioni delle frequenze del 5G, la rete più ambita che permette di portare la fibra anche nelle zone rurali e di “cablare” le città realizzando i famosi servizi IoT: i vincitori di questo primo round -il più importante- sono Tim, Vodafone ed Iliad.
Si sapeva già che Iliad, in quanto ultima arrivata sul territorio nazionale, avrebbe avuto un posto riservato, che le è costato 676,4 milioni di euro. Si sono contesi gli altri posti Tim e Vodafone, a suon di rilanci, ottenendone due a testa.
La spesa complessiva è stata di 2,039 miliardi e il traguardo che lo Stato si era prefissato di ottenere è stato già superato: l’asta non è ancora finita, perchè sono rimaste a disposizione le frequenze meno pregiate, le fasce 3.700 Mhz e 26 Ghz.
L’assegnazione diventerà operativa nel 2022, dopo il lancio globale del 5G, e durerà 15 anni.
IoT, l’Internet delle Cose: di cosa si tratta?
La rete 5G, secondo le parole di Telecom tratte dalla nota stampa con cui annuncia la vittoria dell’asta, permette “di raggiungere tutto il territorio italiano, portando i servizi di banda ultralarga sia nelle aree rurali e in digital divide, sia nelle aree indoor molto sfidanti per la copertura mobile, come ad esempio i palazzi nei centri storici delle città, ottimizzando gli investimenti sulla rete”
Ma le potenzialità di questa frequenza, che permette di avere una capacità download di 10-50 gigabit con una latenza massima di 1 millisecondo, sono ancora più importanti: quando si parla di IoT, Internet of Things, si intendono tutti quei servizi che renderanno le città smart e ci proietteranno in un futuro fatto di macchine che si guidano da sole, telemedicina, realtà aumentata e Intelligenze artificiali.
Internet of Things, o delle cose, sta ad indicare tutti quegli oggetti che non sono nati per essere utilizzati nel mondo digitale ma vengono connessi ad Internet grazie alla banda larga: un orologio, un termostato o un lampione, il limite è solo la fantasia. Per ora queste applicazioni vengono sfruttate nel campo della domotica e in futuro renderanno le città connesse, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita. Un futuro che potrebbe iniziare tra pochi anni.
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