La plastica è uno dei materiali più resistenti fra quelli creati dall’uomo: resiste centinaia di anni e purtroppo il suo abuso ha portato alle conseguenze di inquinamento che tutti conosciamo.
I problemi legati alla plastica non riguardano solo l’ambiente (si stima che con la quantità di plastica presente nell’Oceano si potrebbe formare una grossa isola) ma anche la salute umana: è ormai risaputo infatti che alcuni componenti della plastica, che viene usata negli imballaggi alimentari, sono dannosi.
Dal 2017 l’Agenzia Europea per le sostenza chimiche ha inserito il Bisfenolo A fra gli interferenti endocrini: è accertato che questa sostanza, presente negli imballaggi alimentari e nelle bottiglie di acqua, viene rilasciata velocemente quando l’imballaggio si riscalda.
Le bottiglie d’acqua esposte al sole sono quindi dannose per l’uomo (il Bisfenolo può portare a infertilità, malattie cardiovascolari e metaboliche): dalla bottiglietta che lasciamo in macchina d’estate alle casse che vengono trasportate in giro per l’Italia e finiscono nei nostri supermercati.
Proprio un supermercato si è visto condannare dalla Corte di Cassazione, in una recente sentenza, per aver tenuto le bottiglie d’acqua in un cattivo stato di conservazione. Si tratta di un vero e proprio reato penale, che comporta una sanzione ammistrativa.
La soluzione definitiva sarebbe quella del ritorno al vetro, con riconsegna del vuoto, come succedeva negli anni ’80 ma anche in tempi più recenti in molte regioni d’Italia.
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