Intervista ad Angelo Lussiana, tra i più eclettici e raffinati makers del nostro Paese. Le sue creazioni sono belle, resistenti, sostenibili, con un design che lascia a bocca aperta.
Cartone e design, quante volte ne abbiamo sentito parlare. Mobili, oggetti, arredi. Ma sono davvero belli, resistenti e in grado di sostituire i materiali tradizionali?
Cartone e design: l’intervista ad Angelo Lussiana
Abbiamo incontrato Angelo Lussiana, operatore finanziario per lavoro, maker e artista del cartone per passione. Le sue creazioni sono opere d’arte, di ingegno, funzionali e costruite con un design che lascia a bocca aperta.
Angelo, come ti sei avvicinato al cartone e qual’è il senso del tuo lavoro di artigiano creativo?
La scoperta del cartone come materiale con cui creare è stata fortuita: a quel tempo, circa 7 anni fa, ero concentrato nella lavorazione del legno per fare piccoli oggetti di design. Per il pranzo di Natale di allora dovevo realizzare dei segnaposto, 16 renne: non avrei mai fatto in tempo a ritagliarle in legno così decisi di provare con un altro materiale, più veloce da tagliare, il cartone.
Da allora fu una continua scoperta delle proprietà di tale materiale: lo sai fragile e te lo ritrovi estremamente resistente opportunamente piegato o sovrapposto; non lo adotteresti per la sua rigidità e rugosità, poi scopri che può regalarti superfici flessibili e vellutate. E’ un materiale straordinario: è lui a guidare verso le giuste soluzioni per le mie realizzazioni. Mi basta pensare ad un oggetto qualsiasi, il più distante dal poterlo immaginare realizzato in cartone, che il cartone stesso me ne svela il processo costruttivo e talvolta è lui ad imporre certe linee.
Potrei utilizzare la ceramica, il legno o fondere in bronzo, otterrei certo gli stessi oggetti, ma non me ne meraviglierei ogni volta, come invece mi succede con il cartone: l’emozione dello stupore che ti assale nel vedere finito e funzionale ogni nuovo oggetto, che te lo fa accarezzare per lungo tempo, quasi a superare l’incredulità che esso possa esser lì nelle tue mani, è fonte di grande soddisfazione, il vero motivo per cui utilizzo tale materiale.Alcune tue creazioni vanno oltre i mobili in cartone o gli oggetti di arredo
Come immagino per ogni artista, il desiderio sottostante del proprio fare è di riuscire a superare i confini, per lo più quelli orizzontali, quelli che vanno oltre il tempo dello stesso autore, permettendone il protrarsi della memoria del suo lavoro. Fare, creare diventa una necessità: l’opera stessa è il senso di questo fare.
Con grande attenzione alla sostenibilità
Certamente. Prendiamo il problema plastica, in questi ultimi mesi si inizia ad avere coscienza, quasi a toccare con mano, a “sentire” che il danno che causa ci riguarda, che non è affare di altri. A Wimbledon non utilizzeranno più 50.000 cannucce di plastica durante il torneo, ma di qualche altro materiale eco. Pensa che conversione dovrà fare il mercato, pensa alle aziende che fornivano quelle cannucce e che ora dovranno riconvertirsi.
Ti definiresti un maker?
Il mio percorso mi ha visto nascere e sviluppare come maker: per la continua ricerca di innovazione, di nuovi processi realizzativi, per la necessità di realizzare prevalentemente a mano, posso definirmi innovatore e artigiano tecnologico; per la ricerca delle forme oso pensare di potermi definire designer, ma l’aspirazione ultima è di potermi, un domani, definire artista.
Dicci di più sulle tue creazioni, come nascono da un punto di vista creativo?
Sia che si tratti di arredi, sia che si tratti di un qualsiasi altro oggetto, il tutto parte da una ricerca estetica di linee armoniche, equilibrate, sensuali: la superficie dovrà accompagnare queste curve, essere vellutata e dolce, priva di asperità. Tendo ad una elevata qualità, ad un rigore costruttivo a prova di tempo, situazioni avverse e usura. Il tutto senza perdere di vista la funzionalità: le linee di un oggetto non devono essere fini a se stesse, ma rispettare la funzione per cui un certo oggetto nasce.
Alla base c’è sempre la curiosità e lo spirito di indagare: osservo la natura, le sue linee, i suoi movimenti; sono affascinato dalle “macchine” e anche da questi arrivano ispirazioni; cerco l’impossibile per tradurlo in meraviglia e a volte mi riesce.Quali opere ti hanno dato maggiori soddisfazioni?
“Non Eris Nec Fuisti” in esposizione permanente al KKW di Lipsia, il primo lavoro da artista, che descrive un pensiero di Seneca rispetto all’impossibilità di controllare il tempo.
La borsetta “Brigitte” e la lampada “Switcha” che ormai ho perfezionato al punto di riuscire a farne piccole serie.
Quali obiettivi futuri, quali le prossime sfide?
La realizzazione di una grande scultura in una piazza o in una sede museale, come sfida; poter esser riconosciuto come artista, l’obiettivo.
Come e dove troviamo le tue creazioni?
Sul mio sito, www.angelolussiana.com, ma sono presente anche su Pinterest, Facebook nella pagina Cartone e Design, con una galleria che racchiude buona parte della mia produzione degli ultimi quattro anni.
Ringraziamo Angelo Lussiana per l’intervista e ci congediamo pensando alla borsa realizzata in “tessuto di cartone” e a come possa resistere all’acqua in caso di pioggia. Eppure è così.