Il Mise ha disposto un ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro per quanto riguarda i voucher per l’internazionalizzazione delle PMI. In questo modo il finanziamento erogato fin’ora sarebbe di circa 46 milioni di euro. L’obiettivo di questo nuovo contributo è quello di accrescere il numero di imprese italiane esportatrici.
Una decisione che il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha preso in seguito al buon esito ottenuto dalla misura, grazie alla quale sono state presentate oltre 5mila richieste dalle aziende intenzionate a usufruire Temporary Export Manager.
Voucher internalizzazione PMI: chi sono i beneficiari del contributo
Si tratta di un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher, rivolto a tutte quelle PMI interessate ai mercati oltreconfine che intendono avvalersi di una figura specializzata in grado di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. Le imprese devono rivolgersi a una società fornitrice dei servizi scegliendola tra quelle inserite nell’elenco che sarà pubblicato sul sito del Ministero.
Esistono 2 tipi di agevolazioni:
–Voucher “early stage”: voucher di importo pari a 10.000 euro a fronte di un contratto di servizio pari almeno a 13.000 al netto di IVA. Il contratto di servizio, stipulato con uno dei soggetti iscritti nell’elenco società di TEM del Ministero, dovrà avere una durata minima di 6 mesi. Il voucher è pari a 8mila euro per i soggetti già beneficiari a valere sul precedente bando (DM 15 maggio 2015).
–Voucher “advanced stage”: voucher di importo pari a 15mila euro a fronte di un contratto di servizio pari almeno a 25mila al netto di IVA. Il contratto di servizio, stipulato con uno dei soggetti iscritti nell’elenco società di TEM del Ministero, dovrà avere una durata minima di 12 mesi. È prevista la possibilità di ottenere un contributo aggiuntivo pari a ulteriori euro 15mila a fronte del raggiungimento dei seguenti obiettivi in termini di volumi di vendita all’estero:
1) incremento del volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi esteri registrato nel corso del 2018, ovvero nel corso del medesimo anno e fino al 31 marzo 2019, rispetto al volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi esteri conseguito nel 2017, deve essere almeno pari al 15%;
2) incidenza percentuale del volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi esteri sul totale del volume d’affari, nel corso del 2018, ovvero nel corso del medesimo anno e fino al 31 marzo 2019, deve essere almeno pari al 6%.
I beneficiari sono:
-le micro, piccole e medie imprese (PMI), costituite in qualsiasi forma giuridica,
-le Reti di imprese tra PMI, che abbiano conseguito un fatturato minimo di 500 mila euro nell’ultimo esercizio contabile chiuso.