Alatin academy è una soluzione innovativa, rivolta soprattutto agli istituti scolastici. Perché? Perché aiuta gli studenti a imparare il latino grazie a un’app. Il latino una lingua morta? Tutt’altro! Materia ostica per la maggior parte degli allievi, in futuro potrà richiedere addirittura livelli di certificazione, proprio come una qualsiasi lingua straniera.
L’app, ideata a Torino da Matteo Boero, si presenta come un vero coach in grado di facilitare l’apprendimento della lingua latina. Vediamo perché funziona.
Alatin academy, il personal trainer di latino amato da studenti e insegnanti
Nell’era dell’innovazione e della tecnologia, si trasformano gli strumenti ma anche i metodi attraverso i quali gli alunni imparano. Quello che propone Alatin academy è un sistema che si discosta completamente dall’utilizzo tradizionale dei libri.
L’app è strutturata in obiettivi da raggiungere, in un certo modo in livelli da superare. Quasi come fosse una serie di sfide. “Se svolgi bene un esercizio – ha spiegato Boero – raggiungi un obiettivo, se lo sbagli se ne genera uno nuovo per continuare la preparazione su un argomento. In questo modo gli studenti diventano più autonomi nello studio”.
Non è la prima volta che la tecnologia si presta all’apprendimento di nuove lingue. La scelta di Alatin academy ricade sul latino, una lingua con la quale i giovani studenti non vanno sempre d’accordo. Quale miglior modo allora di aiutarli a impararlo grazie al mondo digitale, a loro così vicino?
Gli allievi sono soddisfatti, e non solo. La professoressa Patrizia Manzella, per esempio, insegna al liceo classico Alfieri di Torino, ed è molto contenta di Alatin academy. Ha dichiarato che da quasi due anni i suoi alunni non copiano più le versioni.
“Sono costretti a fare gli esercizi da soli se vogliono raggiungere l’obiettivo – ha spiegato la Prof.ssa Manzella – Dalla piattaforma io posso vedere i compiti svolti da tutta la classe, un algoritmo mi permette di capire quali sono gli errori più frequenti per tornarci in classe se ho l’impressione che una regola non sia chiara”.