Tra le proposte emerse durante lo Startup Day lo scorso 5 febbraio, anche quella di un piano quinquennale da 5 miliardi di euro. Impossibile? No, se pensiamo a Lazio Venture. Ecco perché.
Lazio Venture è il bando da 56 milioni di euro che Lazio Innova ha promosso nel settembre 2017, con l’obbiettivo di sviluppare il mercato degli operatori di venture capital, affinché questi investano strutturalmente nel capitale di rischio delle startup e PMI del Lazio.
Perché parlarne oggi? Nell’ambito dell’evento “Startup Day”, organizzato lo scorso 5 febbraio da Agi, sono emerse alcune proposte da parte degli investitori. Una in particolare si lega al sistema utilizzato da Lazio Venture. Capiamo meglio perché.
Lazio Venture: l’esempio che può rispondere alla proposta di Salvo Mizzi
5 miliardi in 5 anni da investire in startup, creando una disponibilità di fondi di co-investimento, dai Piani individuali di risparmio, e coinvolgendo i progetti innovativi italiani per azioni effettive di venture capital.
Questa la proposta avanzata dall’ex amministratore delegato di Invitalia Ventures, Salvo Mizzi, oggi general partner di Principia SGR, che ha evidenziato quanto il bilancio dei cinque anni precedenti fosse negativo, tanto da catapultare l’Italia in ultima posizione in Europa, dopo Grecia e Portogallo.
Dove trovare però i 5 miliardi? È lo Stato che si occuperebbe dei finanziamenti in misura diretta? Come funziona il processo di co-investimento? Ed è qui che possiamo prendere a esempio il caso di Lazio Venture. Vediamo perché.
Nel caso di Lazio Venture, Lazio Innova ha aperto un bando attraverso operatori privati (che potevano essere nazionali e/o internazionali) per investire risorse pubbliche. Per partecipare, gli operatori dovevano attenersi a condizioni minime e garantire un rapporto di co-investimento, stimato in 4 euro privati ogni 6 euro pubblici.
Pensiamo ora di utilizzare lo stesso sistema adottato da Lazio Venture anche a livello nazionale. Secondo un piano quinquennale, le risorse impegnate nell’insieme sarebbero 5 miliardi, di cui 3 mediante risorse pubbliche e 2 tramite risorse private in co-investimento.
La proposta di Mizzi è ambiziosa, certamente, ma non impossibile. Il caso di Lazio Venture può essere un riferimento per un buon punto di partenza.