La solidarietà tra i runner: ecco i tre gesti che rimarranno nella storia
Nello sport ci vuole solidarietà, ma non sempre la voglia di aiutare l’avversario, di condividere con lui una sconfitta vengono spontanei. Spesso, soprattutto ad alti livelli agonistici, prevale la competizione, la voglia di vincere, a tutti i costi. Un buon esempio, però, viene dai runner, che in diverse occasioni hanno dimostrato la bellezza di aiutarsi, anche tra avversari. La solidarietà tra i runner è qualcosa di davvero speciale che si è manifestato, in particolare, in tre importanti occasioni.
Ecco i 3 gesti solidali tra podisti che, sicuramente, resteranno nella storia dello sport mondiale:
Olimpiadi di Rio 2016, Nikki Hamblin e Abbey D’Agostino
Andiamo indietro di un paio d’anni e torniamo alle Olimpiadi di Rio 2016. Durante la corsa dei 5000 metri femminili, accadde che la neozelandese Nikki Hamblin cadde al terzo chilometro, trascinando dietro di sé l’americana Abbey D’Agostino. Proprio quest’ultima, cadendo inaspettatamente, si procurò un infortunio al ginocchio. Fu lei, però, la prima a rialzarsi e a spronare la compagna neozelandese a fare lo stesso. Un gesto di amicizia, di comprensione, di maturità e di solidarietà, per dire “andiamo avanti, anche se non vinceremo”. Per dire “andiamo avanti per portare a termine il nostro percorso”, dopo rinunce e allenamenti duri, anche se ormai la vittoria è un traguardo troppo lontano. Il pubblico, in quell’occasione, incoraggiò fortemente le due ragazze con applausi scroscianti.
World Series di Triathlon, Jonathan Brownlee
Il secondo episodio memorabile di solidarietà tra i runner, risale allo stesso anno (2016). Questa volta, però, da Rio ci spostiamo in Messico, nell’isola di Cozumel. Qui Jonathan Brownlee si stava giocando tutto per vincere l’ultima tappa del World Series di Triathlon, quando, a pochi passi dalla linea di arrivo, un brutto scherzo del destino lo blocca. Gli si annebbia la vista e il suo corpo si spegne. Ma dietro di lui c’è il fratello Alistair, podistache con Jonathan aveva condiviso anche il podio alle Olimpiadi di Rio. Lo prende sotto braccio e insieme arrivano al traguardo, lasciando il primo posto al terzo in coda. I veri vincitori, morali per lo meno, dei World Series di Triathlon 2016 resteranno comunque Jonathan e Alistair Brownlee.
Venezia 2012, Eric Fontanari
Andiamo ora un po’ più indietro nel tempo, al 2012. E torniamo in Italia, a Venezia nello specifico. Eric Fontanari, ragazzo tetraplegico di 17 anni, sta disputando la Venice marathon ed è al 25esimo chilometro. E’ una giornata fredda, il vento si oppone e non è facile la prova. In particolare non lo è per Fontanari che fa molta fatica a continuare la gara. A sostenerlo, però, arriva Alex Zanardi, che prova a spronarlo a parole, ma poi, capendo che il giovane non ce la fa, lo spinge, poi lo trascina fino al traguardo e, infine, sgancia la handbike di Fontanari, permettendo, proprio a quest’ultimo, di conquistare la vittoria.
Tre belle storie, tre momenti emozionanti, tre manifestazioni di solidarietà tra i runner cheinsegnano molro e che non dimenticheremo mai più.