Le pantere nere della pallavolo femminile: giocatrici italiane di seconda generazione che nella Nazionale italiana hanno fatto la differenza. Ecco chi sono
Sono forti, unite, determinate e vincenti. Sono le pallavoliste italiane. Quelle che, dopo aver portato a casa l’Oro europeo Under 16 e quello mondiale Under 18, hanno combattuto fino ai quarti di finale agli ultimi Campionati europei, giocati lo scorso settembre. Sono delle ragazze che fanno sognare e che portano in campo non solo i colori della bandiera Italiana, ma anche quelli dell’integrazione. Sì, perché ad indossare la maglia azzurra sono anche le cosiddette “pantere nere” della pallavolo femminile. Giocatrici fortissime, a schiacciare e non solo, italiane di seconda generazione e volto di una nuova Italia più unita.
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Le pantere nere della pallavolo femminile sono figlie di coppie miste o di genitori immigrati, nate in italia e dunque in possesso della cittadinanza italiana. Hanno iniziato a giocare a pallavolo un po’ per gioco, con le amiche, ma poi hanno scoperto il loro prezioso talento.
Identikit delle pantere nere della pallavolo femminile
Oggi le pantere nere sono 10 in totale e hanno tutte tra i 15 e i 24 anni. La prima “pantera” è stata Valentina Diouf, figlia di una milanese e di un senegalese, nonché la più chiara (parlando di carnagione) delle pantere della nazionale di volley, soprannominata Fiocco di neve. Valentina ha vinto il mondiale nel 2014 e, ad oggi, è una delle Azzurre più forti.
A seguirla è stata Paola Enogu, che di anni ne ha 18 e che è una delle schiacciatrici più temute al mondo; figlia di genitori nigeriani, la giovane vive a Cittadella (in Veneto) e in campo ha una grinta da vendere. Poi abbiamo Miriam Sylla, nata a Palermo da genitori della Costa d’Avorio, partita come riserva e diventata oggi una grande schiacciatrice, nota per le sue esultanze particolarmente passionali. E ancora Loveth Omoroyi, Fatim Kone e le sorelle Nwakalor.
Sono loro le fortissime pantere nere della pallavolo femminile, coloro che stanno rivoluzionando il mondo dello sport, visto che neppure la Nazionale italiana di calcio ha mai avuto tanti giocatori dalle origini africane. Coloro che stanno portando in campo un messaggio importante, che stanno abbattendo delle barriere e che stanno dimostrando che la diversità è un vantaggio, in campo e nella vita.