Elettricità prodotta da una proteina presente nelle lacrime, nella saliva, ma anche nelle uova e nel latte.
Il principio è quello della piezoelettricità diretta, ossia la capacità di produrre corrente quando viene esercitata una forza. Una proprietà gia nota e conosciuta dei minerali come il quarzo. Quando ai cristalli viene applicata una pressione, si genera una carica elettrica.
Uno studio, condotto dagli scienziati irlandesi del Bernal Institute dell’Università di Limerick, afferma ora che questo principio può essere applicato a una proteina, il lisozima, presente anche nel nostro corpo e in natura come nel latte dei mammiferi, nell’albume dell’uovo, nella saliva.
Anche il lisozima, quando si presenta in forma cristallizzata, può produrre elettricità se sottoposto a una pressione.
Lo studio, pubblicato nella rivista Applied Physics Letters, è stato condotto posizionando tra due vetri una pellicola di cristalli di lisozima. Schiacciando le piastrine tra di loro si è potuta registrare una produzione di elettricità, in risposta alla pressione meccanica esercitata.
L’intensità della piezoelettricità riscontrata è molto marcata, dello stesso ordine di intensità di quella del quarzo.
Il principio della piezoelettricità, era già conosciuto e applicato ai minerali, negli anni ‘70 è staato utilizzato negli orologi al quarzo, oggi è impiegato nei meccanismi di vibrazione presenti dei nostri telefoni.
“Siamo circondati da materiali piezoelettrici, ma la possibilità di produrre elettricità da questa particolare proteina non era stata ancora indagata – afferma Aimee Stapleton del Dipartimento di Fisica del Bernal Institute – ora sarà possibile “estrarre” energia da un materiale biologico, non tossico e biodegradabile”.
La scoperta apre nuove possibilità in campo medico, nella bioelettronica e nella realizzazione di dispositivi biomedicali.
Si pensa già a sensori che rilascino farmaci nel corpo alimentati dal lisozima presente sotto pelle, a nuovi modi di raccogliere e rilasciare energia utile al funzionamento degli impianti biomedicali.
Materiali biocompatibili ed elettroattività sono i nuovi campi della ricerca biomedica. Chissà se un giorno sudando o piangendo riusciremo anche a ricaricare il telefono.