Il Black friday, questa tradizione americana che come molte altre abbiamo mutuato facendola nostra anche in Italia, è un fine settimana di sconti che molti attendono con ansia nella speranza di portare a casa regali di Natale (per sè stessi e per altri) a buon prezzo: fin qui sembrerebbe nulla di male, eppure c’è chi in Francia ha deciso di boicottarlo e con validi motivi.
L’obiettivo primario, più etico che pratico, è quello di porre fino al consumismo sfrenato di quel giorno (chi di voi non ha mai visto le scene di panico nei grandi centri commerciali americani all’apertura delle porte?) facendo riflettere sul rispetto ambientale e l’economia circolare: nasce così nel 2017 il movimento del Green Friday, con 200 aziende partner e un modo nuovo di proporre lo shopping. Invece di fare sconti, in quei giorni le aziende aderenti devolvono il 10% del loro ricavato a quattro realtà ecosolidali che vengono scelte dal movimento: quest’anno ad esempio ne beneficeranno Hop (associazione contro l’obsolescenza programmata), Zero Waste France (che promuove una transizione ecologica a zero rifiuti), Ethique sur l’etiquette (che vuole combattere lo sfruttamento dei lavoratori nei paesi sottosviluppati) e Friends of the Earth (una rete di organizzazioni ambientaliste).
Altra iniziativa quella presa dal marchio Faguo, produttore di scarpe francese, chiamata ironicamente: “Make Friday Green again”. Più di 450 marchi francesi hanno deciso di aderire in pochi giorni e gli obiettivi su cui questo collettivo vuole spostare l’attenzione sono rivendere o riciclare oggetti e vestiti che non si usano più; riflettere se si ha bisogno veramente di un oggetto prima di comprarlo e optare per acquisti ragionevoli e a prezzi giusti.
Il Black Friday ha fatto appena in tempo ad entrare nelle abitudini d’acquisto europee che già rischia di essere soppiantato dalla rinnovata coscienza ecologica di aziende e consumatori: sarà veramente così?