Tra i lati positivi delle nuove tecnologie c’è sicuramente quello di contribuire a creare nuove forme e posizioni lavorative: la vita digitale funge da valido supporto alla creatività di chi vuole uscire dal cerchio dei lavori tradizionali e offre possibilità fino a ieri impensabili.
Avreste mai pensato di diventare “imbalsamatore di dati online”? Per ora suona abbastanza male, ma è uno dei lavori che nel prossimo futuro potrebbe andare per la maggiore.
Al di la del nome suggestivo, si tratta in buona sostanza di un professionista -designato in precedenza- che prende in carico l’identità digitale di qualcuno dopo la sua morte, seguendo le indicazioni di una sorta di “testamento digitale” redatto quando si è ancora in vita.
La storia arriva dal North Carolina ed è quella di Annette Adamska, una comune 34enne che si trovò a dover affrontare la morte improvvisa della madre per un incidente. Oltre al lutto, Annette ha dovuto elaborare anche la sensazione di non sapere nulla di come sua madre gestisse le sue cose personali: aveva dei conti correnti online? Delle assicurazioni? Come accedere ai suoi dati senza conoscere le password?
Annette ha tradotto questa sensazione in un lavoro, la life and legacy organizer: quello che abbiamo chiamato “imbalsamatore di dati digitali” all’inizio di questo pezzo. Il lavoro consiste infatti nell’aiutare i clienti a raccogliere ed organizzare le informazioni più disparate sulla propria vita, comprese le password dei conti correnti, la volontà sulla gestione dei social network, eventuali pagamenti automatici online ed altre cose del genere.
Anche Google offre già dal 2013 ai suoi iscritti qualcosa di simile: in caso di inattività dell’account di lungo periodo chiede con chi vuoi condividere i tuoi dati privati o se preferisci eliminarli.
Nella nostra società non è così superfluo immaginare di dover pensare al destino non solo dei nostri beni fisici e terreni, ma anche di quelli più immateriali, che hanno assunto un peso specifico assolutamente non trascurabile.