Fabbrica Center è la prima azienda sociale finanziata con il contributo del Fondo del Ministero dello Sviluppo economico. Il progetto, che prevede un territorio di tremila metri quadri a Bollate, a Milano, è stato ideato dallo studio Sagnelli Associati.
Il fondo è stato istituito nell’agosto 2017, con 126 milioni di euro a disposizione delle aziende che puntano a migliorare il territorio e che mirano all’inclusione sociale. Si tratta di un prestito, con un tasso applicato basso.
Fabbrica Center è un progetto che prenderà avvio tra due anni, anche grazie a Banca Etica, che ha rischiato investendo in questa iniziativa, senza conoscerne la riuscita dal punto di vista dei profitti. L’investimento complessivo sarà di 2 milioni e 400mila euro (70% da Cassa depositi e 30% da Banca Etica): questi soldi saranno gestiti dalla cooperativa sociale La Fabbrica dei Segni, che ha un fatturato annuo di 1 milione e 200mila euro.
“C’è proprio una sostanziale differenza – ha spiegato Walter Moro, direttore della cooperativa – in quella che si chiama la bancabilità di un prestito o meglio la percentuale di rischio insito in un investimento. Le aziende di credito misurano i margini di profitto futuro, ma nel nostro caso non è il profitto che va misurato, ma il progetto in toto e in questo Banca etica è maestra”.
Fabbrica Center: una scommessa sociale dalle grandi aspettative
Fabbrica Center punta a offrire servizi per il territorio supportandolo nella produzione di nuove risorse, come sostegno alle famiglie, salari, individui con persone disabili a carico e così via. Uno spazio dedicato ai ragazzi difficili, persone con disabilità fisiche o mentali, che possano svolgere attività lavorative all’interno della comunità.
Un impegno che la cooperativa La Fabbrica dei Segni porta avanti da anni: gestisce una velostazione dove si parcheggiano le biciclette, due bar, una casa editrice che pubblica 400 titoli, soprattutto di genere parascolastico. Non basta. L’obiettivo è quello di raggiungere uno staff di 40 persone.
“Creeremo un birrificio artigianale che fornirà un social bar, apriremo sei sale di prova musicali – ha concluso Moro – faremo eventi e apriremo una libreria, perché nella zona oltre ai colossi dell’editoria che gestiscono grandi punti vendita, non c’è n’è. E oltre alle persone che ci vengono inviate dai servizi sociali e dai centri per l’impiego apriremo anche agli studenti, quelli che vogliano fare qui l’alternanza scuola-lavoro. È un grande progetto di impresa sociale”.