Il ruolo dei leader nella transizione sostenibile
Quando parliamo di sostenibilità, spesso ci riferiamo all’ambiente, ai consumi, all’economia circolare. Ma c’è un altro tipo di sostenibilità, meno visibile eppure decisiva: quella relazionale, culturale e organizzativa. È quella che prende forma nelle relazioni tra colleghi, nei valori condivisi, nelle decisioni quotidiane. È quella che si costruisce — o si disperde — nei team di lavoro.
In questo scenario, il cambiamento sostenibile non può essere solo una strategia aziendale: è una trasformazione del sistema umano che anima l’azienda. Ed è qui che i leader diventano protagonisti.
Leader come custodi del sistema vivente
Un’azienda è un sistema vivente, non un macchinario da ottimizzare. Le persone non sono ingranaggi da far girare senza sosta, ma esseri umani con storie, emozioni, potenzialità, blocchi, intuizioni. Ogni cambiamento che le coinvolge, quindi, richiede attenzione, ascolto, e soprattutto presenza.
Chi guida un’organizzazione oggi ha il compito di custodire la coerenza tra obiettivi strategici e benessere sistemico. Non basta “convincere” le persone ad aderire a una visione sostenibile. Serve generare fiducia, creare senso, sciogliere blocchi invisibili, accompagnare processi di trasformazione profonda.
Una visione sistemica per non perdersi nel caos
Ogni azienda è attraversata da dinamiche sotterranee: eredità del passato, tensioni non espresse, ruoli non riconosciuti, relazioni interrotte, passaggi generazionali difficili. Se non vengono viste e accolte, queste forze ostacolano qualsiasi cambiamento, anche quello più ben intenzionato.
Qui entra in gioco la visione sistemica: uno sguardo capace di cogliere le connessioni nascoste, le lealtà invisibili, i nodi che trattengono l’energia. Quando un leader adotta questo sguardo, smette di cercare “colpevoli” e inizia a cercare “ordini più grandi”. Si chiede: che cosa non è stato visto? Chi non è stato ascoltato? Cosa serve per far fluire l’energia del team verso un futuro sostenibile?
Le mappature sistemiche: rendere visibile l’invisibile
Nel mio lavoro utilizzo spesso le mappature sistemiche: strumenti esperienziali che aiutano a rendere visibili le dinamiche relazionali profonde in un gruppo o in un’organizzazione. Attraverso rappresentazioni spaziali, simboliche e corporee, emergono immagini potenti: ruoli dimenticati, esclusioni, sovraccarichi, alleanze silenziose, energie bloccate.
Per esempio, un team in difficoltà su un progetto di sostenibilità che, attraverso una mappatura, scopre che il blocco non è nel progetto, ma in una mancanza di fiducia tra due ruoli chiave.
Attraverso le mappature sistemiche, emergono dimensioni invisibili ma potenti, che permettono di vedere cosa tiene un team in equilibrio o cosa lo limita.
Ciò che le persone intuiscono ma non sanno nominare, prende forma. E proprio in quel momento si aprono spazi di trasformazione inimmaginabili. È come accendere una luce in una stanza buia: non si tratta di cambiare tutto, ma di vedere con occhi nuovi.
Il vero impatto: coltivare coerenza tra essere e agire
Un leader sostenibile è qualcuno che ha iniziato un percorso dentro di sé. Che conosce le proprie zone d’ombra e sa stare nella complessità senza cercare risposte semplici. Che sa ascoltare senza reagire. Che coltiva la coerenza tra ciò che è e ciò che fa.
Credo che la sostenibilità non sia solo uno standard da certificare, ma anche una qualità della presenza. Un modo di stare nel mondo. E nelle aziende di oggi, sempre più interconnesse, fragili e in trasformazione, abbiamo bisogno di leader che incarnino questa presenza: una leadership consapevole.
La transizione inizia dentro di noi
La transizione sostenibile non si impone: si facilita. Non si pianifica solo in PowerPoint: si costruisce nelle relazioni quotidiane. Non si raggiunge da soli: si attraversa insieme.
Ogni leader ha la possibilità — e la responsabilità — di diventare un attivatore di coscienza sistemica nel proprio contesto. Di guidare il cambiamento non con il controllo, ma con la cura. E di contribuire a un futuro sostenibile, un passo umano alla volta.
Il cambiamento sostenibile inizia dentro di noi e si riflette, ognuno per il proprio ruolo, nelle scelte che guidano le nostre organizzazioni.
CONNESSIONI SOSTENIBILI: CHI E’ ANTONIO D’ESTE
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