Con Decreto n. 199/2022, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha disposto la sospensione dell’avvio della stagione venatoria che la Regione aveva fissato al 18 settembre. Si accoglie quindi totalmente la domanda cautelare avanzata dalle associazioni ricorrenti: WWF Italia, Lipu, Legambiente Umbria, LAV, LAC ed ENPA.
Il provvedimento è stato motivato dalla necessità di scongiurare “il paventato pericolo che l’apertura al 18 9.2022 possa arrecare danni irreversibili al patrimonio faunistico”. Anche alla luce del fatto che “gli interessi di natura sportiva-privata […] appaiono tuttavia recessivi rispetto alla protezione faunistica”.
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Il commento delle associazioni
“Si tratta di un risultato straordinario – affermano le associazioni – che conferma il ruolo delle associazioni di protezione ambientale chiamate, di fatto, a svolgere un’attività di tutela di un bene dello Stato che proprio lo Stato, attraverso i suoi organi decentrati, mette a rischio con provvedimenti che spesso si rivelano illegittimi. È inammissibile che la fauna selvatica continui ad essere merce di scambio elettorale e che gli uffici regionali debbano essere sottoposti a pressioni fortissime da parte dei rappresentanti politici del mondo venatorio, mirate semplicemente a fare concessioni ad una categoria di potenziali elettori senza tenere conto dei rischi per la biodiversità e delle responsabilità, anche penali ed erariali, che singoli funzionari sono costretti ad assumere”.
Le specie che non si potranno cacciare
Le specie nei cui confronti la Regione aveva autorizzato la caccia, in contrasto con il parere rilasciato da ISPRA e che dunque non potranno essere abbattute, quantomeno fino alla udienza che il TAR ha fissato al 4 ottobre, sono: quaglia, beccaccia, alzavola, marzaiola, germano reale, beccaccino, canapiglia. E ancora: codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone, porciglione. Tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, fagiano e starna, nonché la piccola selvaggina.
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