Dopo la pandemia sono sempre di più le aziende in Italia che consentono di portare il cane in ufficio. Ecco come ci si deve comportare.
Il 24 giugno è la “Giornata mondiale del cane in ufficio.” Il post-pandemia ha portato, tra le sue eredità positive, l’arrivo di nuovi “colleghi” a quattro zampe in molti uffici. Anche in Italia, infatti, sono sempre di più le aziende pet-friendly che permettono ai propri dipendenti di portare in ufficio il proprio animale domestico. Per la felicità non solo dei cani ma anche delle imprese e dei padroni, che riportano una minore propensione a lasciare l’azienda.
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La testimonianza di Dog Heroes
A confermare il trend arriva anche Dog Heroes, la startup che produce e consegna pappe fresche per cani in abbonamento. Dog Heroes sta osservando, nel periodo post-pandemico, anche un andamento in crescita delle richieste riconducibili alla presenza dei cani in ufficio. “Tre anni fa, quando siamo partiti con il nostro servizio di consegna di pappe fresche e sane a domicilio, non avevamo alcuna evidenza della presenza dei cani in ufficio. Nell’ultimo anno, invece, le esigenze legate alla presenza dei cani sul posto di lavoro sono in netto aumento – spiega Marco Laganà, co-fondatore di Dog Heroes insieme a Pierluigi Consolandi – è una grande novità […]”.
Le regole per il cane in ufficio
Per migliorare la convivenza con i quattro zampe sul posto di lavoro ci sono alcune semplici regole da rispettare.
Arrivare preparati e dedicare ai cani uno spazio tutto loro: far sentire il proprio cane al sicuro e ‘a casa’ è importante. Per questo il consiglio è quello di dedicargli uno spazio vicino alla scrivania con ciotola, cuccia e giochi.
Rispettare gli altri. È sempre meglio tenere il cane al guinzaglio (lunghezza massima a 1,5 mt) affinché non disturbi i soggetti allergici o paurosi e assicurarsi che sia coperto dai vaccini e antiparassitari necessari.
Controllare i segnali: se il cane ansima, sbava, si lecca il naso, è arrivato il momento di portarlo a fare una passeggiata. In generale, si consiglia di programmare delle pause, ogni 3 o 4 ore, in cui portare fuori il cane.
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