Sono stati ritrovati quasi duecento esemplari di foche morte sulle rive del Mar Caspio. Non è chiaro chi sia il carnefice, ma c’è chi punta il dito contro l’inquinamento industriale.
Sono stati ritrovati quasi duecento esemplari di foche morte sulle rive del Mar Caspio. Non è chiaro chi sia il carnefice, ma c’è chi punta il dito contro l’inquinamento industriale.
Foche sulle rive del Mar Caspio, ancora un mistero
E’ già capitato lo scorso Novembre, sempre sul Mar Caspio, sempre sulle coste del Daghestan.
Il Daghestan è una Repubblica della Federazione Russa, che si affaccia proprio sulle sponde occidentali del Mar Caspio.
Ciò che ci si chiede naturalmente è: “Perché continua ad accadere?”
Deve, senza dubbio, esserci una spiegazione, dal momento in cui l’accaduto si è ripetuto il 9 Maggio 2021, proprio nella stessa zona.
Se a fine 2020 gli esemplari di foche ritrovati erano 317, quelle ritrovate nello stesso luogo sei mesi dopo sono quasi la metà, ma il fenomeno continua a ripetersi.
In base a quanto Kurban Kuniev, direttore della riserva naturale statale russa Daghestanskij, ha affermato a Novembre scorso, si pensa che le foche non siano morte sulla spiaggia, oppure nelle acque più vicine alla costa.
Questo escluderebbe, almeno in linea di principio, che i carnefici possano essere bracconieri.
Difficile pensare anche che le classiche reti da pesca, dentro cui gli animali continuano ad incontrare la morte, possano effettuare due stragi di proporzioni così importanti.
Stragi di continue, ipotesi inquinamento
Ecco che si considera, quindi, l’ipotesi più accreditata: l’inquinamento industriale.
Lo stesso programma ambientale delle Nazioni Unite ha avvertito, tempo fa, che il Mar Caspio soffre di “un enorme carico di inquinamento”.
Questa considerazione spiegherebbe anche la notevole riduzione della fauna marina negli ultimi tempi della zona, oltre ad identificare la causa delle stragi delle foche.
I cambiamenti climatici, infine, possono avere un impatto estremamente negativo sulla fauna di un luogo, colpendo in particolare alcune specie. Potrebbe anche essere questo il caso, ma ciò non toglie che l’inquinamento industriale sulla zona deve essere ridotto, per evitare che catastrofi di questa portata ricapitino.