Dal 25 giugno fino al 15 novembre 2023 Grosseto sarà lo scenario della mostra di Jack Braglia, dedicata alla scarsità delle risorse idriche
Dal 25 giugno e fino al 15 novembre 2023 il centro storico di Grosseto si trasforma in un museo a cielo aperto grazie a “Conversations with Blue Gold” , la mostra dell’artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia, a cura di Beatrice Audrito: sei grandi sculture, realizzate con la tecnica innovativa del wrapping, per sensibilizzare sul tema dell’emergenza idrica.
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Jack Braglia, classe 1996, è un giovane artista che fin dall’inizio della sua opera si è concentrato su temi di rilevanza sociale: dalla povertà e l’educazione all’immigrazione e al tema dell’inquinamento e della plastica nei mari, fino ad arrivare alla scarsità delle risorse idriche planetarie. Un tema che ben si sposa con la città che ospita la mostra, Grosseto, che ha vissuto sulla propria pelle la mancanza d’acqua: fino alla fine dell’800 i cittadini erano costretti ad abbandonare il centro storico, in estate, perchè non c’era acqua.
La situazione è stata poi risolta con la costruzione degli acquedotti che dal Monte Amiata portano l’acqua in città ed in qualche modo, ci racconta Beatrice Audrito, questo percorso è raccontato anche dalla mostra di Jack Braglia: le immagini che ricoprono le sculture mostrano abbondanza o carenza d’acqua, simboleggiando proprio la strada che percorre dalle montagne ai rubinetti di casa.
“Il tema acqua -ci racconta Jack- nasce dopo aver fatto una donazione a Legambiente per la campagna Tartalove, poi con Beatrice abbiamo conosciuto il progetto Casa dei pesci di Talamone e abbiamo deciso di sostenerlo con una donazione”
Il progetto Casa dei Pesci di Talamone prevede la costruzione di un museo sottomarino per proteggere la fauna dalla pesca a strascico e grazie alla donazione della Fondazione Gabriele e Anna Braglia potranno essere aggiunti ulteriori blocchi per al museo.
L’obiettivo di Jack, con la sua opera, è quindi “sensibilizzare le persone sul consumo e sullo spreco dell’acqua, perchè nel mondo ce n’è poca e bisogna esserne consapevoli e in un futuro i nostri figli o i nostri nipoti potrebbero non avere questa scelta”