“Il mondo in camera. Mario Fantin il cineasta dell’avventura”, il film documentario per la regia di Mauro Bartoli arriva alla 25°edizione del Cervino CineMountain Festival. L’evento si terrà a Valtournenche, dal 6 al 13 agosto 22. Il film è dedicato alla figura del bolognese Mario Fantin. Egli riuscì per la prima volta a filmare un’ascensione agli 8000 Himalaiani, salendo come cineoperatore quasi in vetta al K2 insieme alla mitica spedizione italiana del 1954 capitanata da Ardito Desio.
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La presentazione del film
Prodotto da Apapaja e LabFilm, la presentazione del film avverrà domenica 7 agosto (ore 21.00) presso il Centro Congressi di Valtournenche, ai piedi del Monte Cervino. Non è un caso che questo film sbarchi proprio al Cervino CineMountain Festival. Mario Fantin, infatti, aveva un legame particolare con il Cervino. È lui a scrivere la storia dei cent’anni della montagna dalla prima scalata, nel libro Cervino 1865-1965 uscito per i tipi della Tamari.
Chi era Mario Fantin
Mario Fantin è stato un cineasta, fotografo e alpinista, che ha deciso di raccontare ogni esperienza con tutti i mezzi che aveva a disposizione, dalla macchina fotografica alla cinepresa, alla scrittura.
Mauro Bartoli esplora non solo la passione di Fantin per la montagna e l’avventura, ma anche e soprattutto il suo bisogno di documentare e trasmettere la memoria delle imprese a cui partecipava. Lo fa riportando alla luce una figura complessa che ha rischiato di essere dimenticata e che per la prima volta viene rivelata in un documentario.
Le testimonianze nel documentario
Un film sull’avventura e su come raccontarla, che si avvale anche delle testimonianze di quattro persone fondamentali nel ricostruire la storia del cineasta ed esploratore bolognese. Pierino Pession e Antonio Carrel, guide alpine del Cervino che hanno partecipato a diverse spedizioni con Fantin, aiutandolo nelle riprese. Kurt Diemberger, straordinario alpinista e cineasta di montagna che spiega cosa significhi girare a quelle altitudine e condizioni estreme. E ancora Valeria Tomesani, la nipote che ha conservato ogni cosa dello “Zio Mao”. Lo zio delle favole, dei racconti straordinari, che portava storie dei mondi lontani ai pranzi domenicali di famiglia.
Foto: Ufficio Stampa Michela Giorgini