Temperature record in Cina, dove il caldo sta alterando la forma delle strade e sciogliendo tetti e solai di infrastrutture pubbliche.
Il grande caldo di questa estate non sta interessando solo l’Italia. Un po’ ovunque si registrano temperature davvero preoccupanti e i danni si stanno facendo sentire a più livelli. In Cina, ad esempio, si stanno sciogliendo edifici e deformando strade.
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La situazione in Cina
Non è uno scenario apocalittico da film hollywoodiano, ma quel che si sta verificando in Cina in questo periodo. In particolare la regione del fiume Yangtze dalle spiagge Shanghai fino all’entroterra di Chengdu è interessata da un caldo terribile.
A Shanghai il termometro è ormai oltre i 40°C e questo ha provocato una riduzione delle attività all’aperto insolitamente rara per la città, come riporta Greenme.it.
Non vanno meglio le cose a Nanchino con tristi record per l’estate più calda di sempre. A Yanjin (sud-ovest del Paese) si è arrivati 44°C, la temperatura più alta dall’inizio del monitoraggio climatico (1959).
Il caldo scioglie strade ed edifici
Tra i tanti effetti preoccupanti anche il fatto che le temperature roventi stanno alterando la forma delle strade. Non solo: rovinano tetti e solai, sciogliendo letteralmente infrastrutture pubbliche. Un esempio? Il museo di Chongqing, le cui tegole si sono sciolte proprio per effetto del calore.
Il museo ora è chiuso al pubblico per manutenzione e non si riesce a prevedere come reggerà al caldo che secondo gli esperti durerà altre due settimane, almeno.
I problemi legati alle alte temperature
I problemi sorgono anche per la rete elettrica nazionale, messa a dura prova dall’uso elevato di impianti di condizionamento dell’aria per sopravvivere alla calura.
Non da ultimi i danni all’agricoltura, in particolare alle colture di mais, soia e grano delle province di Ningxia e Hebei. Una situazione che potrebbe ripercuotersi anche sull’allevamento. I prezzi dei mangimi per il bestiame sono già in aumento infatti e potrebbero raggiungere prezzi ancora più alti.
Questo causerebbe un ulteriore aumento dei prezzi al dettaglio della carne e dei prodotti di origine animale, dopo l’aumento del 50% verificatosi tra i prezzi di marzo e quelli di luglio.
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