Nella mattinata del prossimo 5 giugno ritorneranno ad immergersi i subacquei della Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva, Attività Subacquee e Nuoto Pinnato. L’occasione è la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, riproponendo “Pulifondali”.
Il format “Pulifondali”, che già l’anno scorso ha ottenuto ottimi risultati, si avvarrà ancora una volta del patrocinio della Guardia Costiera e Rai per il Sociale.
I luoghi interessati da Pulifondali
Così gli specchi d’acqua antistanti Agropoli (SA), Castellammare del Golfo (TP), Catanzaro Lido (CZ), Cedas Barcola (TS), Fossacesia (CH), Isola di Capo Rizzuto (KR) e Santa Maria di Leuca (LE) saranno il teatro di una gigantesca raccolta di rifiuti dai fondali. Questi, una volta portati a terra, saranno oggetto di un corretto smaltimento da parte dei rispettivi Comuni.
L’obiettivo di Pulifondali
L’obiettivo dichiarato di “Pulifondali” è quello di focalizzare l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente marino, liberandolo dai rifiuti solidi, plastiche e reti fantasma, che – se lasciate in acqua – continuano a pescare senza sosta.
Una tendenza da invertire
Sappiamo tutti quanto i nostri mari stiano soffrendo per le scellerate azioni dell’uomo. L‘inquinamento infatti non è una piaga che riguarda solamente la terraferma, ma purtroppo interessa pure i fondali marini.
Se non invertiamo questa tendenza a risentirne sarà l’intero pianeta. È sempre bene ricordare che quando un tassello dell’ecosistema è in difficoltà, a risentirne sono, a cascata, tutti quanti gli anelli della catena.
Iniziative come quella di “Pulifondali” quindi sono indispensabili per continuare a puntare i riflettori su un problema davanti al quale non possiamo voltare la faccia.
Per il passato lo abbiamo fatto già troppe volte e ultimamente stiamo ampiamente pagando le conseguenze. I nostri figli meritano un pianeta migliore di quello che stiamo lasciando loro, e i comportamenti di ciascuno di noi possono fare la differenza. Questa estate, allora, evitiamo di usare i nostri splendidi mari come se fossero una discarica. Non lo merita l’ambiente e non lo meritiamo nemmeno noi.
Foto: Shutterstock