In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno), Cambridge University Press & Assessment ribadisce l’importanza di un linguaggio e di obiettivi comuni per salvaguardare il pianeta. Lo fa condividendo 6 parole inglesi legate alla sostenibilità ormai parte della lingua italiana e suggerendo quelle da imparare per arricchire il proprio vocabolario.
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La missione della Cambridge University Press & Assessment
La sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente trovano nella lingua inglese una potente alleata che aiuta a superare i confini nazionali e che fornisce un linguaggio condiviso quanto è condiviso l’obiettivo finale.
“Il nostro ruolo di leader nell’istruzione e nella ricerca globale è informare e far progredire l’azione e il dibattito sulle sfide più urgenti del mondo, incluse quelle che riguardano l’ambiente”. Sono le parole di Nick Beer, Direttore Cambridge University Press & Assessment per l’Italia. “Per questo Cambridge si impegna ogni giorno non solo a stimolare la conversazione, ma anche a ridurre il proprio impatto ambientale in tutte le aree delle sue operazioni, a cominciare dal consumo dell’acqua e dei materiali monouso”.
Le parole della sostenibilità
Cambridge University Press & Assessment condivide inoltre 6 parole inglesi legate alla sostenibilità usate anche in italiano. Da “green” a “zero waste”, passando per “climate change”, “eco-friendly”, “plastic free” e “upcycling”. Ma anche quelle da imparare per migliorare e arricchire il proprio vocabolario.
“Green” è la parola chiave della sostenibilità, scelta per il suo legame con la natura, con il colore degli alberi, delle foglie e dei prati. Oggi il termine viene usato in tutte le lingue, italiano compreso, ed è spesso affiancato ad altri concetti come “energy”, per indicare la cosiddetta energia verde originata da fonti rinnovabili. O anche “economy”, per indicare quel tipo di economia che punta a uno sviluppo sostenibile.
Le altre parole da conoscere secondo Cambridge: “green audit” (valutazione delle lacune di conformità ambientale), “greenhouse gas” (gas serra). E ancora: “greenhouse effect” (effetto serra), “greening” (pagamento ecologico), “greenwashing” (ambientalismo di facciata).
“Upcycling” indica l’impiego di materiali di scarto, destinati a diventare rifiuti, per creare nuovi oggetti dal valore maggiore rispetto a quello del materiale originale. Il termine, in italiano spesso tradotto con “riutilizzo creativo”, è diventato di uso comune soprattutto nel mondo dell’arredamento, del design, della moda e del tessile.
Con “zero waste” (“rifiuti zero”, in italiano) si indica una strategia di gestione e una filosofia che punta a ridurre al minimo o addirittura a eliminare la quantità di rifiuti da smaltire. In Italia questa strategia è stata adottata anche da oltre 200 comuni sparsi lungo tutta la penisola.
La sostenibilità passa anche attraverso la lingua
Con “climate change” si intende il cambiamento climatico, la variazione a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici. Questa mutazione è oggi in gran parte imputabile all’uomo e all’utilizzo di combustibili fossili. Spesso è al centro delle più importanti politiche green del pianeta ed è collegata a un altro sostantivo inglese: global warming, “riscaldamento globale”.
Il termine “eco-friendly” si può tradurre in italiano con “amico dell’ambiente” e si può associare a prodotti, stili di vita, pratiche o materiali sostenibili e non dannosi per l’ecosistema.
“Plastic free”. La plastica ha trasformato radicalmente le vite degli esseri umani di tutto il pianeta, ma con l’aumentare del suo utilizzo sono aumentati anche i danni ambientali ad essa collegati. È nata quindi la filosofia “plastic free”, che spinge individui e aziende a scegliere e a realizzare prodotti senza plastica.
Foto: Ufficio Stampa Press Play