Chi ha detto che la plastica biodegradabile inquina meno di quella normale? Il prefisso “bio” non deve trarre in inganno, perché purtroppo non è affatto così. A dimostrarlo è uno studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblicato sulla rivista Polymers. La ricerca è stata realizzata in collaborazione con l’INGV e il distretto ligure per le tecnologie marine.
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Che cos’è la plastica biodegradabile
Innanzitutto cerchiamo di capire che cosa si intende per plastica biodegradabile. L’European Bioplastics fa sapere che un materiale si definisce bioplastica se ha almeno parzialmente una base organica, se è biodegradabile o se presenta entrambe le proprietà.
Sono bioplastiche quelle ottenute a partire da zuccheri estratti da mais, canna da zucchero o cellulosa. Come dicevamo, però, il prefisso “bio” non indica una minore capacità di inquinare se tali materiali vengono dispersi nell’ambiente. Anzi.
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Lo studio
Come riporta Geopop.it, i risultati dello studio hanno evidenziato che le plastiche biodegradabili quando non conferite nel compost industriale possono avere tempi di degradazione molto lunghi. Questi addirittura sono paragonabili a quelli delle plastiche non “bio”. Proprio così.
Lo studio del CNR si è concentrato su campioni di plastica biodegradabile e non “bio” inserendoli in gabbie disposte sia nella sabbia che in ambiente marino. Fattili riposare lì per 6 mesi, è stata poi la volta dell’analisi. Che cosa è emerso? Che i pellet di bioplastiche in natura hanno tempi di degradazione molto più lunghi rispetto a quelli che si hanno in un impianto di compostaggio industriale. Ciò vuol dire, quindi, che la differenza nel tempo di degradazione tra plastiche e bioplastiche esposte all’ambiente è minima.
Le parole della ricercatrice
Ecco che cosa ha dichiarato la ricercatrice e coordinatrice del progetto Silvia Merlino a tal proposito: “Data l’altissima diffusione di questi materiali, è importante essere consapevoli dei rischi ambientali che l’utilizzo della bioplastica pone, se dispersa o non opportunamente conferita per lo smaltimento: è necessario informare correttamente”.
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