Da diversi anni, gli studi sulla bioluminescenza degli oceani (detto ‘Milky Sea’) si sono fatti intensi grazie anche al supporto delle immagini da satellite. Ora, l’indagine della Colorado State University sembra dare alcune risposte su quale sia il motivo che ‘accende’ l’oceano. Il fenomeno è caratterizzato da una un bagliore diffuso sulla superficie dell’acqua la cui durata può estendersi lungo tutta la notte. E può superare anche i 100mila chilometri quadrati.
Presente solo in alcune regioni del mondo come l’Indonesia e il Corno d’Africa, il ‘mare di latte’ ha acceso anche le suggestioni più disparate. Gli scienziati che hanno iniziato a indagarlo fin dall’Ottocento hanno individuato alcuni ceppi di batteri come causa principale. Ma le loro caratteristiche sembrano non spiegare del tutto il fenomeno.
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Grazie alle immagini sempre più definite che arrivano dallo spazio e che tracciano anche quantità molto deboli di luce, le ricerche continuano. Lo studio americano, in particolare, si è concentrato su dodici eventi negli ultimi nove anni per scoprire il mistero della bioluminescenza. Le strutture bioluminescenti sono corpi incandescenti mossi dalle correnti, che permangono anche di giorno ma risultano non visibili per la luce solare. Proprio seguendo la temperatura delle acque, gli scienziati stanno finalizzando nuove ipotesi sul ‘Milky Sea’. Ma il mistero che lo circonda è ancora molto fitto.
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Articolo di Paola Maria Farina
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