Inutile fronteggiare le conseguenze delle pandemie se non agiamo sulle cause: e una di queste è la deforestazione
In queste settimane si sente molto parlare di greenpass, un argomento che agita gli animi e su cui tutti hanno un’opinione: la nuova campagna di Greenpeace ci spinge però a pensare come mai nessuno si interessi al greenpass del pianeta, neppure di fronte agli evidenti sconvolgimenti che lo stanno interessando.
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“Lo sapevi? Quando intere foreste ed equilibri naturali vengono distrutti, aumenta anche il rischio di epidemie virali e il salto di specie (spillover). In Amazzonia, nei primi sei mesi del 2021, sono andati distrutti 3.610 chilometri quadrati di foresta, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Non si tratta di incidenti, ma di incendi appiccati per far spazio a pascoli di bovini e coltivazioni di soia per mangimi, con il benestare del Governo Bolsonaro che da sempre nega l’esistenza dei cambiamenti climatici, oltre che la gravità del Covid, e la necessità di proteggere il nostro Pianeta“, si legge nell’ultima nota di Greenpeace.
Che senso ha continuare a combattere le conseguenze della pandemia, se non ci occupiamo delle sue cause?
La deforestazione è strettamente collegata alle pandemia: vanno arrestati con urgenza deforestazione, allevamenti intensivi e inquinamento.
“Il rispetto e la protezione della Natura è un “Green Pass” per proteggerci da nuove e future pandemie. Pretendiamo che i nostri politici si assumano la responsabilità di cambiare le regole con cui il cibo viene prodotto e fermino così la distruzione delle foreste del Pianeta“
Greenpeace mette l’accento anche sul ruolo dell’Italia, che è “uno dei principali importatori di carne e soia dal Sudamerica. La soluzione per limitare la deforestazione esiste, ed è pretendere che l’Unione europea approvi una normativa per impedire il commercio in Ue di materie prime e prodotti, come soia e carne, legate alla distruzione di foreste ed ecosistemi di valore.
Grazie ad una grande mobilitazione siamo ad un passo dal raggiungere questo obiettivo, ma una nostra indagine ha rivelato che molte aziende con forti interessi in Sudamerica (e non solo) stanno facendo pressione sull’Unione europea per indebolire la normativa. Al momento sono riuscite a ritardare la pubblicazione della prima bozza di questa normativa, inizialmente prevista per questa estate, fino al 22 Dicembre 2021.
Svendere la foresta significa svendere anche la nostra salute: per questo chiediamo ai politici europei di far seguire alle parole i fatti e sbloccare l’approvazione della normativa contro la deforestazione.Preservare la salute delle persone e degli animali, insieme a quella delle piante e dell’ambiente, è l’unico modo per garantire la sostenibilità del Pianeta e la nostra salute”