L’Unione Europea dichiara che in Italia sono attivi studi sulle diverse possibilità di attraversamento del famoso stretto di Messina. Il ponte, tanto voluto in stagioni passate e che non passa mai di moda, però, non è la soluzione adatta secondo gli ambientalisti.
Il contro-dossier degli ambientalisti per evitare la costruzione del ponte
Alla base della stesura del contro-dossier contro il ponte, c’è proprio l’avversità degli ambientalisti verso la costruzione del ponte stesso. Ultimamente, come si legge nel dossier, la scelta del ponte viene invocata senza le opportune analisi tecniche, che sono invece fondamentali soprattutto se si tratta di infrastrutture.
In particolare, il contro-dossier degli ambientalisti, firmato e redatto da Kyoto Club, Legambiente e WWF, contesta le conclusioni della Relazione del Gruppo di Lavoro (GdL).
La relazione del GdL, incaricato di valutare le alternative per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, è redatto dalla Ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli.
Allo stesso modo, il Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini lo trasmette al Parlamento, il 7 maggio.
Nella relazione del GdL, l’ipotesi della costruzione del ponte si prende in considerazione.
In particolare, non si considera l’ipotesi del ponte sospeso, che sin dall’era Monti non supera la fase conclusiva di valutazione d’impatto ambientale, ma quella di un ponte a più campate.
Un’ipotesi che rimane tale, perché non preceduta da alcuna analisi tecnica.
Stretto di Messina, perché non si considera il traghettamento?
La contestazione più accesa che si legge nel contro-dossier degli ambientalisti è quella relativa al traghettamento.
Kyoto Club, Legambiente e WWF accusano il GdL di non aver minimamente considerato, oppure scartato arbitrariamente, l’ipotesi di traghettamento.
Il sistema attualmente in vigore non risulta, secondo il GdL, meritevole di analisi per un’eventuale implementazione o miglioramento.
In particolare, il contro-dossier contesta l’assenza dell’analisi dell’alternativa del traghettamento. Allo stesso modo contesta l’assenza di un’analisi circa il rafforzamento dei collegamenti ferroviari al sud.
E’ quella del traghettamento, quindi, per le associazioni, l’alternativa migliore dal punto di vista economico-finanziario, sociale e ambientale che assicura già oggi, senza ulteriori impatti, tempi di attraversamento di 20-35 minuti.
Altre questioni sollevate
Il contro-dossier degli ambientalista ricorda come l’ipotesi di costruzione del ponte sullo stretto non sia prioritaria nemmeno per l’Europa.
L’Unione Europea ha sempre posto l’accento sulla costruzione di altre infrastrutture, considerando il ponte sullo stretto come non finanziabile, come confermato dalla risposta fornita lo scorso 18 maggio della Commissaria europea ai Trasporti, Adina Valean, ad un’interrogazione presentata da due eurodeputate della Lega.
Inoltre, nel contro-dossier, le associazioni ricordano che la Calabria meridionale e la Sicilia orientale sono zone ricomprese nella “Zona sismica 1”, livello massimo di pericolosità. Questa valutazione costringe, come minimo, ad un’analisi ben più approfondita del rischio geologico e sismico.