L’Eleven Madison Park dello chef stellato Daniel Humm sceglie un approccio vegano per la riapertura. Una lettera dello chef precisa: “Sono felice di condividere la decisione di servire un menu a base di piante, nel quale non usiamo alcun tipo di prodotto animale.”
La lettera di Daniel Humm
In molti lo considerano il migliore chef al mondo, senza dubbio dotato di enorme talento. Daniel Humm è uno chef stellato svizzero, proprietario dal 2011 dell’Eleven Madison Park a New York.
In vista della prossima riapertura del ristorante, Daniel Humm ha rilasciato una lettera sul sito ufficiale del ristorante, annunciando una scelta a sorpresa.
L’intero settore della ristorazione ha subito un forte stop durante la pandemia, i ristoranti stellati non sono stati risparmiati. Nella stessa lettera lo chef sottolinea le difficoltà che anche un ristorante come l’Eleven Madison Park ha dovuto affrontare, paventando addirittura la possibilità di una mancata riapertura.
Eppure, lo chef afferma nella lettera: “Quest’anno il mondo è cambiato e siamo cambiati anche noi.”
Il ristorante Eleven Madison Park riparte dal vegano
Siamo consapevoli di come sia cambiato il mondo in quest’ultimo anno. Com’è cambiato il ristorante di Daniel Humm?
E’ cambiato seguendo una consapevolezza, che anche la pandemia ha contribuito a consolidare: l’alimentazione classica a base di carne e pesce non è più sostenibile.
Un approccio che sempre più ristoranti e personalità influenti nel mondo della cucina stanno adottando. La decisione finale di uno chef stellato del calibro di Daniel Humm in questo senso risulta come una vera presa di posizione da parte del mondo della ristorazione.
Lo stesso chef svizzero ammette che si è trattato di una scelta sofferta. Non è facile abbandonare il comfort di certi piatti a base di carne e pesce che lo hanno reso famoso in questo mondo.
Allo stesso tempo, molto è stato il tempo dedicato alla creazione di un nuovo menu solamente a base di piante.
Un menu che sarà ugualmente costoso, non tanto per i costi della materia prima, quanto per la manodopera utilizzata nei piatti.
Si tratta di una vera rivoluzione culturale nel settore dell’alimentazione, che può rappresentare un trampolino di lancio per un nuovo modo di concepire la ristorazione.