Il nuovo rapporto Onu sullo stato globale del clima non porta buone notizie
I cambiamenti climatici non si arrestano, anzi vanno avanti in modo “implacabile”. I suoi impatti sono peggiorati nel 2020, e lo stesso avverrà anche per i prossimi decenni. L’allarme arriva dal nuovo rapporto Onu sullo stato globale del clima messo a punto dall’Organizzazione mondiale della meteorologia, lanciato in vista del summit Usa del 22 e 23 aprile.
Il rapporto spiega che gli impatti continueranno nei prossimi decenni e mette in evidenza come condizioni meteo estreme e Covid-19 si siano combinati in quello che viene definito un ‘doppio colpo’. E raccomanda di investire da subito nell’adattamento.
Nonostante l’effetto rallentamento causato dalla pandemia da Covid-19 e quello rinfrescante della Niña il 2020 si piazza tra i tre anni più caldi di sempre. Il risultato è che “condizioni meteorologiche estreme combinate con il Covid-19 hanno inferto un doppio colpo a milioni di persone nel 2020”, ma “il rallentamento economico correlato alla pandemia non è riuscito a frenare i fattori del cambiamento climatico e l’accelerazione dei relativi impatti”.
Il 2020 quindi è stato “uno dei tre anni più caldi mai registrati, nonostante La Niña” rinfrescante. La temperatura media globale è stata di “circa 1,2 gradi al di sopra del livello preindustriale (1850-1900)”. Se il quadro non fosse già abbastanza tragico basta pensare che “i sei anni dal 2015 al 2020 sono stati i più caldi mai registrati” e “il decennio 2011-2020 è stato il più caldo mai registrato”.
Il rapporto sullo stato del clima globale documenta gli indicatori del sistema climatico, comprese le concentrazioni di gas serra, l’aumento delle temperature terrestri e oceaniche, l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci e il ritiro dei ghiacciai e condizioni meteorologiche estreme. Sottolinea inoltre gli impatti sullo sviluppo socioeconomico, sulla migrazione e sugli sfollamenti, sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi terrestri e marini. E indirettamente ci ricorda, infine, che il nostro pianeta è seriamente in pericolo.