Dopo la Conferenza dei servizi del 3 marzo, la Fondazione che gestisce il giardino ha chiesto una nuova Valutazione di Impatto Ambientale
Il Giardino di Ninfa, definito dal New York Times “il più bel giardino del mondo”, è in pericolo a causa della possibilità che sia riacceso, a soli 6 km dai suoi confini, un inceneritore spento da anni.
LEGGI ANCHE: PER COLPA DELL’INQUINAMENTO NON SI POTRA’ PIU’ VIVERE IN QUESTE ZONE D’ITALIA
La Fondazione Roffredo Caetani, che gestisce il Giardino, si è espressa in maniera netta contro questa possibilità e il 3 marzo ha partecipato anche alla Conferenza dei servizi convocata dalla Regione Lazio per discutere l’istanza di rinnovo e riesame dell’AIA, avanzata dalla società Corden Pharma Latina Spa, per la riattivazione di un impianto di incenerimento un tempo a servizio del sito produttivo e spento ormai da anni.
Nel corso dell’incontro, come anticipato nella nota stampa del 3 marzo scorso e dalle dichiarazioni del presidente Tommaso Agnoni, i rappresentanti della Fondazione hanno ribadito la netta contrarietà all’impianto situato a pochi chilometri dal Monumento Naturale Giardino di Ninfa, dal Parco Naturale Pantanello, dal Monumento Naturale di Monticchio, dall’area Zps dei Monti Lepini e dalle relative aree che rientrano nel contratto di fiume Cavata e Linea Pio. L’impianto è inoltre presente su un territorio a vocazione agricola per la vicinanza, tra le altre, anche dell’azienda agricola Gelasio Caetani.
Il segretario generale della Fondazione Roffredo Caetani, Nicoletta Valle supportata dall’avvocato Armandina Alessi, hanno sottolineato l’importanza di ripartire da un iter basato su una nuova Valutazione di Impatto Ambientale anche in virtù del fatto che siamo in presenza di un impianto attivato nel 1999 e spento, ormai, da diversi anni. Un iter, secondo quanto hanno ribadito con forza i tecnici della Fondazione Caetani, che non può essere “adeguato” in corso d’opera.
Alla Conferenza dei servizi hanno preso parte anche i rappresentanti dei Comuni di Norma, Sezze, Latina e Sermoneta oltre che dell’associazione Strada dei Vini: tutti hanno condiviso la preoccupazione e le osservazioni avanzate dalla Fondazione Roffredo Caetani. La parola passa ora alla Regione Lazio che, dopo avere preso atto delle posizioni di netta contrarietà espresse dai rappresentanti del territorio supportate dalle osservazioni avanzate dai tecnici, ha chiesto alla società una ulteriore integrazione alla documentazione presentata che verrà discussa nel corso di una nuova riunione della Conferenza dei servizi.