L’obiettivo è quello di favorire il riuso e il riciclo di questo materiale con soluzioni all’avanguardia. Ecco cosa c’è da sapere
Anche l’Italia ha dato la sua adesione a Bruxelles al Patto europeo sulla plastica (“European Plastic Pact”). L’obiettivo è quello di favorire il riuso e il riciclo di questo materiale con soluzioni all’avanguardia nell’ambito dei principi dell’economia circolare.
Il Patto, proposto dai Paesi Bassi e dalla Francia nel 2019, intende mettere insieme governi e aziende che collaborino per elaborare misure innovative per gestire la plastica.
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“Il Patto è uno strumento interessante per affrontare meglio il ciclo della plastica, dalla progettazione dei prodotti alla produzione al corretto riciclo” – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Patto europeo sulla plastica: sono 4 i settori chiave
Il Patto si focalizza su quattro settori chiave: la progettazione circolare di prodotti e imballaggi in plastica; l’uso responsabile della plastica; il riciclaggio delle materie plastiche e, infine, l’uso di plastica riciclata.
Cosa comporta l’adesione al Patto europeo sulla plastica? I governi dovranno mettere in campo nei propri Paesi politiche che costruiscano un ambiente favorevole. Come? Investendo nelle infrastrutture di raccolta e riciclo di rifiuti e perseverando pratiche fiscali di sostegno. Il tutto sensibilizzando maggiormente i consumatori.
Lo scopo è costruire in Europa una rete attiva di attori pubblici e privati che combattano l’inquinamento dovuto alla plastica. “Abbiamo aderito con convinzione al Patto europeo sulla plastica. La proposta di aderire ha subito suscitato il nostro interesse. Siamo convinti che una tematica così complessa come quella legata alla plastica, e il contrasto all’inquinamento prodotto, necessiti di strumenti condivisi tra i Paesi europei e tra i molteplici attori coinvolti nella gestione” – ha commentato Costa.