L’emergenza clima non si arresta: entro il 2100, infatti, le temperature estreme aumenteranno ancora. Lo rivela una ricerca pubblicata su Nature Communications e realizzata dall’Accademia cinese delle scienze di Pechino.
Dallo studio emerge che nell’emisfero settentrionale potrebbe verificarsi un forte aumento dei giorni estremamente caldi durante le estati. Cifra che arriverebbe a 32, ossia quattro volte maggiore della realtà attuale. E questa sembrerebbe l’ipotesi più rosea. Se invece guardiamo le previsioni più negative, il numero potrebbe salire a 69. Questo, secondo gli esperti, a causa dei cambiamenti climatici e del loro impatto sull’ambiente.
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“La pericolosità di questi caldi estremi dipende dal fatto che non lasciano molta via d’uscita“ – ha spiegato Laura Wilcox dell’Università di Reading, Regno Unito.
Emergenza clima, presi in esame i registri climatici dal 1960 al 2012
Il gruppo di ricerca, guidato da Jun Wang, ha preso in esame i registri climatici dal 1960 al 2012. Dall’analisi si evince come il riscaldamento antropico abbia mutato la frequenza e l’intensità dei giorni e delle notti particolarmente caldi. Sono stati poi messi a punto dei modelli climatici per i fenomeni atmosferici futuri.
Dalla ricerca emerge che i maggiori aumenti di frequenza e intensità sarebbero maggiormente presenti nell’Europa occidentale, negli Stati Uniti orientali, nell’Asia occidentale e nella Cina orientale. Il team vanta di aver realizzato il primo studio di questo genere. Che analizza, cioè, i caldi compositi. I ricercatori hanno anche sottolineato, tuttavia, che è complicato elaborare modelli per l’emisfero sud perché mancano i dati di quello australe.
“I risultati delle nostre analisi rappresentano un ulteriore promemoria della discrepanza tra gli obiettivi di Parigi e gli effettivi piani di attuazione per mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2 C” – ha spiegato il team.