E’ stato presentato, lo scorso 24 gennaio, il Manifesto di Assisi, presso il salone papale del Sacro Convento di San Francesco. Il documento, dal titolo: “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica“, è stato promosso dalla fondazione Symbola e dal Sacro convento.
Una sfida contro i cambiamenti climatici per smuovere le coscienze di tutti, che vede già più di 2mila adesioni di rappresentanti di istituzioni, mondo economico, politico, religioso e della cultura.
Leggi anche: 3Bee, la startup italiana che cerca di salvare il Pianeta grazie alle api: ecco come
“Chi non capisce che sviluppo economico e salvaguardia del pianeta sono conciliabili è destinato a perdere. Anche la grande finanza ha compreso che si deve muovere in questa direzione. “L’Italia è messa meglio di altri Paesi perché i suoi cromosomi la collocano nella giusta direzione soprattutto quando incrocia innovazione, qualità e bellezza, quando tiene insieme le comunità e i territori non ce n’è per nessuno” – ha spiegato all’Ansa Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.
Sono intervenuti Giuseppe Conte, presidente del Consiglio; Gaetano Manfredi, ministro dell’università e della ricerca; David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo e Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Manifesto di Assisi, “una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca”
Il Manifesto di Assisi intende dare delle risposte alla grande emergenza climatica, offrendo opportunità concrete. Tra gli obiettivi l’azzeramento del contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050.
“Quello di Assisi è un appuntamento a misura d’uomo. Il Manifesto è una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, religiose e culturali del Paese. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società ‘abitabile’, green e per questo più capaci di futuro” – hanno dichiarato Realacci e padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco.
Perché l’Italia deve stare al passo con l’Europa, secondo il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Conclusa la presentazioni ha infatti dichiarato: “L’Italia deve allineare sempre di più la propria agenda nazionale cin quella europea. Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’Europa. Vengo ora da Davos, dove c’era grande attenzione. Il professor Stiglitz mi ha detto: lo potete fare solo voi”.
Un documento che, come sottolineato dai promotori, coinvolge tanti settori differenti. Lo ha ribadito Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che ha sottolineato l’importanza di un “coraggio delle scelte” e “la necessità di una visione, per prendere consapevolezza di ciò che siamo, eliminando divari tra territori, persone e imprese”.