Mare Caldo è il nome della nuova operazione di Greenpeace, lanciata a Napoli proprio durante la Cop21, la Conferenza delle Parti della Convenzione di Barcellona, tavolo di confronto tra i governi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
L’obiettivo della missione è quello di monitorare in che modo i cambiamenti climatici incidano sul nostro mare. Secondo l’ultimo report presentato dall’organizzazione ambientalista, gli oceani del Pianeta hanno un ruolo fondamentale nella lotta al climate change, assorbendo calore e CO2 dall’atmosfera.
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“Per capire cosa sta succedendo abbiamo installato insieme all’Università di Genova una stazione pilota per la misurazione delle temperature del mare vicino alla costa nord-occidentale dell’Isola d’Elba” – ha spiegato Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia.
Mare Caldo: gli oceani soffrono e con loro la biodiversità marina
Secondo gli esperti gli oceani hanno svolto un ruolo importantissimo contro i cambiamenti climatici. Come? Assorbendo circa il 90% del calore causato dal riscaldamento globale. Questo, tuttavia, a caro prezzo. L’acidificazione e la perdita di ossigeno, nonché il conseguente riscaldamento del mare, stanno impattando gravemente sulla biodiversità marina.
Non solo. A essere in pericolo è anche l’essere umano, per via dello scioglimento dei ghiacci e dell’aumento del livello del mare. Basti pensare al Mediterraneo, bacino semi-chiuso con una forte presenza di attività umane, dove le conseguenze dei cambiamenti climatici sono evidenti. In Italia, negli ultimi 50 anni, le temperature superficiali sono aumentate di circa 2 gradi. Inoltre l’innalzamento medio annuo del livello del mare, negli ultimi 20 anni, è stato di circa 2,4 millimetri.
Oggi, sempre nel capoluogo campano, la Conferenza degli Stati ha approvato la Dichiarazione di Napoli. Il documento impegna i 21 Stati del bacino del Mediterraneo, con l’Ue, a cooperare nei prossimi anni su una serie di obiettivi importanti.
“Obiettivi raccolti in quattro temi salienti per un futuro di pace, prosperità e sviluppo sostenibile sulle sponde del Mare Nostrum, legati alla tutela dell’ambiente marino e delle regioni costiere” – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Quali sono questi obiettivi? Il marine litter, fino alla totale eliminazione dei rifiuti in mare; nuove strategie per combattere i cambiamenti climatici a livello regionale; potenziare il sistema di aree protette e tutelare la biodiversità; attuare soluzioni di blu economy per un futuro sostenibile.
E’ stata inoltre adottata una road map per proporre la nomina del Mediterraneo come zona a emissioni controllate di ossidi di zolfo.